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Anteprima - Biomutant potrebbe essere il gioco del 2021 che vi conquisterà

19 maggio 2021

Quella di Biomutant potrebbe essere una di quelle belle storie che partono da un progetto curioso, vanno a perdersi in un limbo di rinvii e silenzi stampa, e che tornano finalmente per il lancio per offrire una di quelle esperienze uniche e affascinanti. Da quando è stato annunciao con un accattivante cinematic trailer è passato del tempo, ma quello che Experiment 101 aveva in testa allora sembra essere rimasto pressoché lo stesso. Nelle recenti settimane il direttore creativo del piccolo team ha rotto il silenzio, dando inizio ad una serie di reveal in video e concessioni ad alcune testate internazionali, che hanno finalmente tolto il mistero su cosa andremo a giocare il 25 maggio 2021.

Con solo una ventina di sviluppatori nell'organico, Experiment 101 ha avuto bisogno di tempo per elaborare la forma finale del gioco che, seppur non vastissimo in termini di dimensione della mappa, offre un'esperienza veramente ricca e variegata, che ha avuto bisogno di essere limata lungo un processo creativo complesso, che non sempre una squadra così ristretta riesce a gestire. Biomutant è un mix di differenti generi che vengono mescolati, stando a quanto visto finora anche in modo sapiente ed equilibrato, per immergere il giocatore in un mondo di gioco marcatamente fantasy che vuole rivelarsi ricco di attività e vita. Ci ritroveremo in distese colorate, a volte pompose e serene, altre cupe e angoscianti, con la visuale sulle spalle di una creatura a cui daremo forma e talenti.

Cos'è Biomutant?

A questa domanda il creative director Stefan Ljungqvist risponde che si tratta di un "Open World, Post-apocaliptic Kung-Fu Fable", influenzato da nomi importanti che hanno caratterizzato la scorsa generazioni di esperienze. Ad essere citati sono titoli come Breath of the Wild, Batman Arkham, Devil May Cry e ancora altri. Questo però sembra essere quel tipo di gioco che se ne frega di andare sul sicuro, e che vuole rischiare nel tentativo di ricercare una propria identità nonostante abbia dichiaratamente guardato verso altre produzioni per ispirarsi. È infatti insolito ritrovarsi in otto chilometri quadrati di mappa, che comprende differenti biomi sotto la pelliccia di una creatura senza una forma ben precisa, in grado di sfruttare abilità, armi e poteri differenti in base al nostro stile di gioco. Quella che sembra poter essere una comune espressione del genere dà invece l'impressione di essere qualcosa di originale e creativo.

Il primo impatto che il giocatore avrà con questa originalità creativa sta proprio nella creazione del personaggio. In questa fase siamo chiamati a dare forma al nostro mutante, forma che però è strettamente legata alle caratteristiche tipiche del gioco di ruolo. Al giocatore viene data libera scelta se guardare il lato dello schermo dove vengono elencate le statistiche, oppure mantenere la concentrazione sull'aspetto. In ogni caso le due cose non si possono controllare separatamente: una muso paffuto e con un grosso sorriso stampato sopra significa aumentare il carisma; una cranio più ampio significa intelligenza; spalle larghe e braccia robuste significano più punti in forza.

Il gameplay si piega alle nostre mutazioni

Il gameplay sembra essere veramente vario di opportunità garantite da una moltitudine di classi che utilizzano, per forza di cose, uno stile diverso nel combattimento. Come abbiamo analizzato anche in precedenti articoli, il sistema di classi di Biomutant ci permettere di farci partire per l'avventura nel modo a noi più comodo, equilibrando le statistiche al nostro stile tipo.

Ovviamente non possiamo non parlare delle "mutazioni" dato che è lo stesso nome del gioco a tirarle in causa. Che mutanti saremmo se non riuscissimo a trarre benefici da queste? Dipendentemente dal nostro stile di gioco e dalle nostre scelte in sede di creazione del personaggio sapremo se orientarci a mutazioni di tipo più "fisico", piuttosto ad altre che somigliano in tutto e per tutto alla comune "magia". Nel video di dimostrazione, ad esempio, viene mostrata l'abilità di far spawnare un fungo poco lontano dai nostri piedi. Questo potrà essere utilizzato per effettuare salti più alti e raggiungere alture altrimenti non facilmente raggiungibili, oppure in combattimento per respingere la carica di un avversario. Come questa ci saranno decine di altre abilità che potranno piegare il gameplay a nostro piacimento, ma che, per il momento, non sono state analizzate troppo nel dettaglio.

Il mondo di gioco

Ma cosa c'è la fuori una volta dato vita al nostro paffuto alter ego? Ci aspetta un mondo frammentato, diviso in tribù in continuo conflitto. All'inizio del gioco ci verrà dunque chiesto da che parte stare; in pratica bisogna stringere delle alleanze. Il nostro comportamento con le sei tribù che si dividono gli otto chilometri quadrati di mappa influirà su una meccanica del karma non troppo elaborata, e che probabilmente mostrerà tratti comuni con produzioni passate.

Una cosa che mi incuriosisce non poco è la funzione di questo "Albero della Vita" post al centro della mappa. Stando alle dichiarazioni del Creative Director questo indica una sorta di stato di salute del mondo. Questa è anche fonte del credo di alcune tribù, come ad esempio la Tribù Aura che vuole che l'albero sopravviva e che tutto il male del mondo non lo corrompa in alcun modo. Se con le nostre azioni avremo un occhio di riguardo per la salute dell'albero, questa tribù ci riterrà in qualche modo "simpatici".

Dopo questa fugace occhiata a cosa ci aspetta il prossimo 25 maggio non possiamo far altro che rimandare l'appuntamento su gametales.it alla recensione di Biomutant. Abbiamo in programma diversi contenuti che possano darvi una visione più chiara del titolo e delle sue varie forme, e per non perdervi nessuno contenuto vi invitiamo ad iscrivervi al nostro canale YouTube e a seguirci sui social.

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