Quella di Biomutant potrebbe essere una di quelle belle storie che partono da un progetto curioso, vanno a perdersi in un limbo di rinvii e silenzi stampa, e che tornano finalmente per il lancio per offrire una di quelle esperienze uniche e affascinanti. Da quando è stato annunciao con un accattivante cinematic trailer è passato del tempo, ma quello che Experiment 101 aveva in testa allora sembra essere rimasto pressoché lo stesso. Nelle recenti settimane il direttore creativo del piccolo team ha rotto il silenzio, dando inizio ad una serie di reveal in video e concessioni ad alcune testate internazionali, che hanno finalmente tolto il mistero su cosa andremo a giocare il 25 maggio 2021.
Con solo una ventina di sviluppatori nell'organico, Experiment 101 ha avuto bisogno di tempo per elaborare la forma finale del gioco che, seppur non vastissimo in termini di dimensione della mappa, offre un'esperienza veramente ricca e variegata, che ha avuto bisogno di essere limata lungo un processo creativo complesso, che non sempre una squadra così ristretta riesce a gestire. Biomutant è un mix di differenti generi che vengono mescolati, stando a quanto visto finora anche in modo sapiente ed equilibrato, per immergere il giocatore in un mondo di gioco marcatamente fantasy che vuole rivelarsi ricco di attività e vita. Ci ritroveremo in distese colorate, a volte pompose e serene, altre cupe e angoscianti, con la visuale sulle spalle di una creatura a cui daremo forma e talenti.
Cos'è Biomutant?
Il primo impatto che il giocatore avrà con questa originalità creativa sta proprio nella creazione del personaggio. In questa fase siamo chiamati a dare forma al nostro mutante, forma che però è strettamente legata alle caratteristiche tipiche del gioco di ruolo. Al giocatore viene data libera scelta se guardare il lato dello schermo dove vengono elencate le statistiche, oppure mantenere la concentrazione sull'aspetto. In ogni caso le due cose non si possono controllare separatamente: una muso paffuto e con un grosso sorriso stampato sopra significa aumentare il carisma; una cranio più ampio significa intelligenza; spalle larghe e braccia robuste significano più punti in forza.
Il gameplay si piega alle nostre mutazioni
Il gameplay sembra essere veramente vario di opportunità garantite da una moltitudine di classi che utilizzano, per forza di cose, uno stile diverso nel combattimento. Come abbiamo analizzato anche in precedenti articoli, il sistema di classi di Biomutant ci permettere di farci partire per l'avventura nel modo a noi più comodo, equilibrando le statistiche al nostro stile tipo.
Il mondo di gioco
Ma cosa c'è la fuori una volta dato vita al nostro paffuto alter ego? Ci aspetta un mondo frammentato, diviso in tribù in continuo conflitto. All'inizio del gioco ci verrà dunque chiesto da che parte stare; in pratica bisogna stringere delle alleanze. Il nostro comportamento con le sei tribù che si dividono gli otto chilometri quadrati di mappa influirà su una meccanica del karma non troppo elaborata, e che probabilmente mostrerà tratti comuni con produzioni passate.
Una cosa che mi incuriosisce non poco è la funzione di questo "Albero della Vita" post al centro della mappa. Stando alle dichiarazioni del Creative Director questo indica una sorta di stato di salute del mondo. Questa è anche fonte del credo di alcune tribù, come ad esempio la Tribù Aura che vuole che l'albero sopravviva e che tutto il male del mondo non lo corrompa in alcun modo. Se con le nostre azioni avremo un occhio di riguardo per la salute dell'albero, questa tribù ci riterrà in qualche modo "simpatici".
Dopo questa fugace occhiata a cosa ci aspetta il prossimo 25 maggio non possiamo far altro che rimandare l'appuntamento su gametales.it alla recensione di Biomutant. Abbiamo in programma diversi contenuti che possano darvi una visione più chiara del titolo e delle sue varie forme, e per non perdervi nessuno contenuto vi invitiamo ad iscrivervi al nostro canale YouTube e a seguirci sui social.
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