Trek to Yomi titolo con sfondo

19 dicembre 2022

Trek to Yomi è un non troppo elaborato tributo al cinema dei Samurai

Nessuno nella redazione di gametales.it è un appassionato di storia del cinema giapponese, ne uno spassionato amante della cultura e della storia tradizionale del paese del Sol Levante tanto da poter garantire ai nostri lettori una recensione di Trek to Yomi che riesca a toccare le corde giuste al livello emotivo. Ma se ci intendiamo di qualcosa, quel qualcosa è sicuramente il videogioco, e dunque in questo articolo è sulla parte ludica che mi soffermerò maggiormente. Per quanto scarsa sia la mia cultura cinematografica in quella particolare nicchia, però, mi sembra abbastanza scontato che un filtro in scala di grigi con l'effetto sporco su pellicola non siano sufficiente da soli a rendere omaggio ai lungometraggi dei classici film sui Samurai.

Non nascondo che Flying Wild Hog è uno studio che da sempre mi fa simpatia, artefice di produzioni bizzarre e spesso audaci. Proprio in Trek to Yomi il team trova il coraggio di lasciarsi andare a una ricerca più ispirata, seppur di piccole dimensioni. Forse frutto della giusta trovata di marketing, Trek to Yomi si affaccia per la prima volta al pubblico dopo il consolidato successo videoludico di Ghost of Tsushima, una produzione che in modo differente ci ha avvicinato al Giappone feudale, strizzando l'occhio alla cultura dei Samurai, interpretata raramente in questo medium e con troppa leggerezza.

L'intenzione non basta

L'impressione che mi hanno dato le poche ore di gioco necessarie ad arrivare a una delle quattro conclusioni possibili - e credetemi, non trovo gusto a criticare negativamente questa produzione - è che spesso il team abbia pensato che rendere omaggio a quella cultura cinematografica fosse in qualche modo sufficiente da sola a trainare il tutto verso un apprezzamento generale. In realtà come videogioco Trek to Yomi non offre tanto, né a livello di meccaniche né in potenza d'impatto della narrazione. La trama è poco elaborata, a tratti scontata. L'unica parte che avrebbe potuto incuriosire un giocatore non troppo informato sul contesto di gioco, viene spoilerato proprio nel nome (a patto che si sappia cos'è lo Yomi). L'unico atto di vera audacia da parte del team starebbe proprio nel voler portare il giocatore nell'oltretomba della mitologia shintoista, setting per nulla ricorrente nella filmografia di metà secolo scorso (mi sono informato un po'). Per il resto, ci troviamo giocare una storia che sprizza cliché da tutti i pori nella tipica combinazione di vendetta e onore.

Trek to Yomi villaggio sotto attacco

La struttura del gameplay è al quanto basilare, ma non povera. Nel corso dell'avventura il nostro personaggio crescerà e si rivelerà sempre più abile nell'uso della spada, con mosse e contromosse che arricchiscono la lista di combo durante il percorso, premiandoci ulteriormente qualora trovassimo tempo e voglia da dedicare all'esplorazione. Le mappe non sono tanto ampie, e sfruttano la tridimensionalità del movimento solo nelle sequenze che ci permettono di raccogliere collezionabili o accedere in alcuni punti. I combattimenti invece saranno esclusivamente con inquadratura 2.5D, come in un picchaduro. Questa scelta registica fa sì che i nostri nemici si schierino a favore di spada o alle nostre spalle.

Trek to Yomi scontro con arciere Nell'affrontare i combattimenti il giocatore dovrà semplicemente eseguire le combo apprese, che combinano direzionalità con attacchi pesanti, leggeri e schivata. La quantità di mosse da apprendere si rivela sufficientemente variegata già a metà avventura, ma il design pecca nel bilanciamento dei combattimenti, a prescindere dalla difficoltà: si potrebbe utilizzare letteralmente la stessa mossa dall'inizio alla fine per sbaragliare un qualsiasi nemico o boss, e il gioco non ci prova neanche a metterci in difficoltà. La quantità di nemici non è elevata, e apprendere i pattern di attacco di ogni singola tipologia risulta poco impegnativo tanto da renderli prevedibili già al secondo incontro. Vuole poi essere essenziale la meccanica di parry che si basa sul giusto tempismo nella pressione del tasto dedicato alla parata; anche in questo caso gli avversari ci daranno tutto il tempo necessario per effettuare la nostra mossa, aprendo poi le difese garantendoci una finestra d'azione sufficientemente ampia per stordirli e colpirli a morte.

Il combattimento si serve inoltre di armi diverse dalla spada con munizioni limitate che possono tornare utili quando ci sentiamo alle strette o se ci tocca affrontare nuovi incontri con poca vita residua. In basso a sinistra dello schermo sono presenti sia la barra della vita che quella della stamina, entrambe espandibili trovando il collezionabile giusto. Effettuare mosse finali su nemici storditi ci restituisce qualche punto salute in più, mentre parare troppo o attaccare senza sosta consumeranno tutta la barra dell'energia, costringendoci ad abbassare le difese e dando agli avversari il tempo di ferirci o finirci.

Trek to Yomi duello nella foresta

Il gameplay, come detto poco più su, è eccessivamente semplice, e spesso sembrerà di percorrere un corridoio con ostacoli prevedibili e veramente poco impegnativi. Il percorso prova a fermarci e a farci usare di più il cervello con l'uso di puzzle ambientali, ma anche in questo caso la soluzione non richiederà più di un minuto. Nonostante non ci sia una vera e propria barriera di difficoltà a impegnare la vostra sessione di gioco vi capiterà di morire più volte, di fallire parate o di non riuscire ad approfittare delle opportunità di attacco in modo efficace. Nella maggior parte dei casi questo accadrà a causa di una responsività dei comandi problematica - a mio parere un difetto grave per una produzione che verte su un gameplay che fa del tempismo il suo filo conduttore.

Per chiudere la parentesi "gameplay" non ci resta che affrontare la questione bossfight. Anche queste presentano i limiti già descritti in precedenza, con sequenze di attacco sufficientemente lente per garantire al giocatore di ricomporsi dopo ogni azione, e una varietà di mosse che difficilmente vi sbalordirà (i boss più elaborati non arrivano a 6 tipi di attacchi differenti). Su questo aspetto non voglio infierire ulteriormente dato che si tratta degli unici momenti in cui effettivamente il giocatore dovrà impegnarsi a interpretare lo scontro con almeno più concentrazione.

C'è un modo giusto di giocarlo

Nelle mie diverse run per completare il gioco nell'interezza della sua offerta di finali, ho avuto il piacere di intraprendere l'avventura alla difficoltà massima, la quale sarà disponibile solamente dopo aver completato il gioco una prima volta. La particolarità di questa difficoltà sta nel fatto che tutti i nemici, eccezion fatta per i boss di fine livello, verranno giù non appena la nostra lama supererà le loro difese. Lo stesso però varrà per noi. Scompare dunque la barra della vita e la necessità di ricorrere alle combo: basta colpire per primi. Questa soluzione cambia totalmente l'approccio, elimina alcune pecche del gameplay, lo trasforma quasi in un roguelite, ma soffre comunque delle incertezze tecniche legate alla responsività dei comandi. Devo dire però che in questo modo il gioco mi ha intrattenuto di più, punendomi il giusto per i miei errori e celebrando un minimo quella filosofia da maestro spadaccino che vuole ogni singolo colpo sferrato al massimo del suo potenziale di efficacia.

Insomma, sarebbe sbagliato dire che Trek to Yomi non mi abbia intrattenuto, ma mi devo confessare poco entusiasta del risultato pubblicato da Devolver Digital. Si tratta di un progetto che avrebbe potuto offrire di più; vuole essere limitato nella sua offerta sia per tutta quella storia del tributo al cinema giapponese, sia per scelte di gameplay veramente poco elaborate. Resta comunque un gioco che ha il suo modesto valore ludico, specialmente se consideriamo sia giocabile attraverso i servizi in abbonamento. Attenzione però, Trek to Yomi non lascerà il segno; non vi farà bramare un seguito e non vi emozionerà. L'esperienza sarà fine a sé stessa. E per certi versi va bene così.

Conclusioni

Trek to Yomi è una breve e particolare esperienza videoludica che vuole celebrare senza troppi sforzi la cultura cinematografica di metà secolo scorso proveniente dalle isole giapponesi. I pregi di questa produzione non sono molti, ma si può apprezzare per la direzione artistica che riesce a trovare i suoi momenti durante il corso di un avventura fatta di cliché, dialoghi poco coinvolgenti, combattimenti ripetitivi e raramente entusiasmanti. Se cercate un'avventura breve e semplice da portare a termine potreste concedere una possibilità a questa produzione; se invece avete voglia di immergervi in un opera che renda il giusto omaggio alla cultura samurai e che possa lasciarvi qualcosa una volta arrivati ai titoli di coda, vi consigliamo di guardare altrove: il mercato ha sicuramente di meglio da offrire.

6.5

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