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17 ottobre 2021

Metroid Dread: un ritorno meravigliosamente terrificante

Quando una serie storica torna dopo tanto tempo, è facile cadere vittime dell’hype e delle false aspettative, ma superati questi pericoli è anche possibile creare qualcosa di speciale. Dietro Metroid Dread c’è una storia che entra nell’ordine delle decadi, con l’ultimo titolo principale della serie Metroid uscito nel 2002 su Game Boy Advance, ovvero Metroid Fusion: inizialmente previsto per Nintendo DS, con la sua presentazione prevista per il 2005, Dread è poi misteriosamente sparito dai calendari per anni, fino all’annuncio a sorpresa durante lo scorso E3 del 2021.

È scontato da dire, ma ovviamente il progetto Metroid Dread che abbiamo tra le mani oggi non ha niente a che vedere con il gioco originario previsto su DS, a parte forse qualche elemento di trama. Il gioco, inoltre, non è stato sviluppato dai Retro Studios ma da MercurySteam, software house spangola nota ai più per aver portato alla luce la serie Castlevania: Lords of Shadows e, tra le altre cose, anche il remake di Metroid II su Nintendo 3DS uscito nel 2017 (Metroid: Samus Returns). Nintendo deve essere rimasta molto colpita da quanto MercurySteam sia riuscita a creare, tanto da affidargli lo sviluppo di un progetto importante come il prossimo Metroid “principale”.

E proprio come da tradizione, anche oggi, possiamo acquistare l’ultimo Metroid uscito su cartuccia, inserirla nella nostra console e fare definitivamente un salto nel passato, senza allontanarci dal presente.

Metroid Dread Samus cutscene
Il Terrore

“Dread” vuol dire “terrore, paura, timore”, ed è spesso un termine utilizzato per definire quelle paure da cui non possiamo scampare, come la paura della morte. E il motivo di un titolo così pesante, altisonante, è chiaro sin dai primi minuti di gioco. La trama riprende dopo la fine degli eventi di Metroid Dread, e, senza entrare troppo nel dettaglio, Samus è attirata sul pianeta ZDR in seguito a un misterioso video di un parassita X, vivo e vegeto, registrato proprio su ZDR. Una squadra di EMMI (robot ricognitori) era stata inviata sul pianeta per indagare, ma le comunicazioni si sono interrotte improvvisamente, e ciò ha costretto Samus ad andare a verificare da sé la situazione su ZDR.

Appena atterrata, però, Samus viene attaccata da un misterioso nemico e, dopo essere svenuta, si risveglia priva dei suoi poteri, impossibilitata a tornare sulla gunship. Ha così inizio il viaggio di Samus su ZDR, la quale scoprirà, suo malgrado, che gli EMMI inviati sul pianeta sono ancora lì… e ora cercano lei. La storia di Metroid Dread si sviluppa tutta su questo pianeta e ci sono anche diversi twist interessanti, che ovviamente non nomino per evitare spoiler. Rispetto ai titoli precedenti c’è una presenza della sceneggiatura e della lore molto più palpabile, il che motiva il giocatore ad andare avanti per scoprire cosa succederà nella prossima area.

Metroid Dread samus e super computer
If it ain't broke, don't fix it

Siamo di nuovo al comando di Samus, dopo anni di attesa, e le cose non sono cambiate alla radice. Metroid Dread è un classico Metroid, né più né meno: intricatissimo level design con aree interconnesse tra di loro, progressione non lineare (ma pesantemente più guidata rispetto ai titoli più vetusti, per fortuna), decine di upgrade da ottenere, nemici da far fuori a missilate e una grande quantità di segreti da scoprire.

La formula inventata da Metroid nel 1986 è talmente solida, sperimentata e anche, perché no, benvoluta dai fans, che modificarla radicalmente sarebbe stato folle, ma ciò non vuol dire che in Dread non siano presenti novità, soprattutto dal punto di vista tecnico .Le derivazioni più moderne del gameplay sono da ricondurre principalmente al titolo precedente dei MercurySteam, Metroid: Samus Returns, da cui gli sviluppatori hanno attinto a piene mani.

La mobilità di Samus è più fluida e soddisfacente che mai. Per muoverci in totale libertà dovremo prima sbloccare alcuni upgrades, ma le animazioni compiute dalla protagonista nel saltare, arrampicarsi e scivolare da una parte della mappa all’altra restituiscono un feeling piacevolissimo. Lo shooting e il combattimento corpo a corpo sono, in Metroid Dread, una versione migliorata e rifinita di quanto visto in Samus Returns, ad eccezione che qui, in realtà, i missili acquistano un’importanza decisamente maggiore nell’economia di gioco.

Metroid Dread gameplay screenshot

La struttura di Metroid Dread, seppur di stampo prettamente rétro, è però accompagnata da un level design molto moderno e intelligente: come da tradizione, non ci saranno “obiettivi” a schermo, non avremo una bussola, e l’unica maniera per orientarci sarà aprire la nostra bella mappa e pianificare un percorso per procedere; ma rispetto al passato questo modus operandi è stato reso meno tedioso dal design stesso.

Ogni volta che ci ritroveremo a dover intraprendere un nuovo percorso, dopo aver ottenuto un upgrade o aver sconfitto un boss, la strada per progredire nella storia è spesso a pochi passi da noi. Non notare il nuovo percorso sbloccato può voler significare perdersi all’interno dell’intricatissimo dedalo formato dalle profondità di ZDR, ma una volta compreso il meccanismo del design dei livelli, tutto il gioco dà un forte senso di realizzazione, di soddisfazione, senza risultare né eccessivamente dispersivo e frustrante, né così platealmente guidato da farci sentire accompagnati per mano dagli sviluppatori.

Poco backtracking necessario, tanti punti di salvataggio (nei quali avvengono anche alcuni importanti snodi della trama) e una gestione della mappa intuitiva e veloce rendono questo Dread un’esperienza di gioco inconfondibilmente moderna, ma di quella modernità che ha radici molto profonde.

Metroid Dread mappa di gioco
E.M.M.O' che faccio?

Parliamo adesso delle novità; perché sì, Metroid Dread non è solo un titolo nostalgico per i più anziani, ma porta anche diverse nuove proposte sul tavolo. La più evidente, e anche la più pubblicizzata, è senza dubbio l’introduzione degli E.M.M.I. (Extraplanetary Multiform Mobile Identifier), i robot di ricerca già citati in precedenza, che infesteranno le nostre mappe. Gli E.M.M.I. vagano all’interno di una specifica area di ciascuna mappa, fuori dalla quale non possono inseguirci, ma al suo interno saranno in grado di vederci e anche di sentirci.

Una volta individuati da un E.M.M.I., l’unica cosa che potremo fare sarà fuggire a gambe levate, oppure nasconderci usando uno specifico potenziamento. Se l’E.M.M.I. ci prenderà avremo ancora un paio di chance per sfuggire alla sua presa tramite un parry, ma la finestra di tempo permessa è talmente piccola da risultare più una sorta di guessing game, e non una questione di timing o di riflessi. Perse anche queste possibilità, sarà Game Over.

Gli E.M.M.I. sono invulnerabili ai nostri colpi normali, e l’unico modo per farli fuori sarà ottenere uno specifico potenziamento ogni volta che ne affronteremo uno, sconfiggendo un mini-boss.

Le fasi all’interno delle zone E.M.M.I. vogliono porsi come una sorta di variazione sulla classica formula Metroid, rendendo il gioco più teso, e dando una bella scossa al pacing. Sfortunatamente, però, non ho amato particolarmente queste sezioni: benché ogni E.M.M.I. abbia delle particolarità, si affrontano tutti allo stesso modo, e dover scappare o nascondersi ogni volta che ne incrociamo uno non è particolarmente stimolante. Io avrei personalizzato maggiormente i singoli E.M.M.I., per renderli più simili a dei veri e propri boss, i quali sono, invece, di altissimo livello.

Metroid Dread Samus EMMI
GAME OVER - CONTINUA?

Le boss battles di Metroid Dread sono tra le migliori che il franchise, e che l’intero genere, abbia mai visto. I nemici non si limitano a cambiare nel moveset, ma ogni battaglia è totalmente unica e si gioca in maniera diversa rispetto alla precedente. Persino i mini-boss, quelli un po’ più derivativi in quanto versioni potenziate di nemici comuni, introducono nuovi paradigmi di gioco e spingono il giocatore ad elaborare nuove strategie per vincere la lotta.

E una strategia va adottata per forza, perché il livello di difficoltà di Metroid Dread, soprattutto durante i boss, non è esattamente basso. La presenza di diversi salvataggi automatici rende la sfida meno pesante, ma i nemici più rognosi potrebbero far comparire la schermata di Game Over piuttosto spesso.

Dal punto di vista dell’enemy design, le boss battles di Metroid Dread sono, a mio parere, una vera e propria masterclass. Sono così belli che mi dispiace, a dirla tutta, constatare che non ce ne siano poi molti all’interno del gioco. Se gli E.M.M.I., come già detto, avessero assunto delle caratteristiche più simili a quelle di un boss che di un “nemico speciale” invincibile, il gioco ne avrebbe giovato enormemente, anche dal punto di vista della longevità.

Sono arrivato ai titoli di coda del gioco in 8 ore precise, senza spendere tempo per raggiungere una percentuale di completamento più alta (35% alla fine). L’alta qualità del level design e delle bossfights giustifica in qualche maniera una longevità tutto sommato limitata, ma avrei preferito qualcosina di più, perché anche spolpando tutto il gioco e raggiungendo il 100%, i segreti da scoprire non sono poi moltissimi.

Metroid Dread Bossfight Gameplay

Bello e impossibile

Il lato estetico, grafico e tecnico di Metroid Dread merita senza ombra di dubbio un applauso. Innanzitutto, il gioco gira, sia in modalità portatile che in dock, a 60 fps quasi stabili. Ci sono dei momenti d'incertezza nelle performance, ma sono sporadici e non sembrano nemmeno essere collegati a determinati eventi su schermo. In portatile, il gioco gira a una risoluzione di 720p, mentre collegato alla dock raggiunge il Full HD, senza notevoli riduzioni di performance. Lato framerate, l’unica piccola delusione sta nelle cutscene, cappate a 30 fps, che in movimento non risultano molto gradevoli alla vista.

Per quanto riguarda modelli e animazioni, invece, gli artisti di MercurySteam hanno fatto davvero un ottimo lavoro. Come già detto, l’azione di Metroid Dread è un piacere da guardare, e ancora di più da giocare. Anche dal punto di vista dell’art style, a mio parere, le scelte prese dal team sono apprezzabili: i colori e lo stile grafico, a partire dalla tuta di Samus Aran fino ad arrivare agli scenari disegnati in lontananza, mostrano un’armonia palesemente studiata, ma mai eccessivamente rilassante, in modo da non compromettere il clima di tensione che il gioco vuole trasmettere.

La soundtrack del gioco è gradevole, anche se nulla di particolarmente memorabile, ma gli effetti sonori curatissimi risultano particolarmente azzeccati, a mio parere, nell’atmosfera del titolo e fanno un ottimo lavoro a trasportare il giocatore all’interno del mondo virtuale, soprattutto nelle fasi in presenza degli E.M.M.I.

Metroid Dread Samus di spalle
Note

Il titolo non è stato fornito da publisher o sviluppatore, ma recensito da una copia Nintendo Switch che l'autore ha acquistato autonomamente.

Conclusioni

( Clicca su uno dei voti per leggerne la motivazione )
8.0 Storia/Narrazione
9.0 Gameplay
10 Grafica
8.0 Comparto Audio

Storia/Narrazione

La sorprendente profondità (entro i limiti del genere) della trama di Metroid Dread ha senz’altro un peso nel complesso dell’esperienza di gioco, e fa sperare che i prossimi titoli continuino per la stessa strada. Io ne avrei voluta ancora di più.

gamepad

Gameplay

Una reinterpretazione di un classico non facile, dopo quasi un ventennio di pausa sulla saga principale, ma il titolo di MercurySteam ha centrato il bersaglio. La struttura è invariata, ma diverse novità la rendono fresca e moderna, e quasi tutte funzionano molto bene. Combattimenti e boss davvero spettacolari.

Grafica

Un’ottimo utilizzo dell’hardware di Nintendo Switch, portato al limite con una sapiente ottimizzazione. Performance quasi perfette, bellissime animazioni, stile artistico non particolarissimo ma azzeccato. Difficile trovare pecche oggettive al comparto tecnico di Dread.

Comparto Audio

Come effetti sonori ci siamo, dal punto di vista dell’immersione certamente l’audio risulta azzeccato, ma in generale si tratta solo di un lavoro ben eseguito, niente di più. Avrei preferito una colonna sonora più memorabile, mentre, a fine gioco, non riesco a ricordare neanche un singolo tema musicale, ad eccezione del bellissimo jingle post-caricamento.

Metroid Dread è il degno successore di Metroid Fusion, l’attesissimo ritorno della classica serie Nintendo, e non è dire poco. MercurySteam ha preso in carico il gameplay di Metroid e, con rispetto e con cura, ha effettuato una meravigliosa operazione di restauro: la formula si riconosce, è inconfondibile, ma risulta miracolosamente nuova, nonostante tutto. Dal punto di vista tecnico parliamo di un titolo a dir poco eccellente, forse la miglior dimostrazione di cosa l’hardware di Nintendo Switch sia capace. Metroid Dread è uno dei migliori titoli su Nintendo Switch, un punto di riferimento per i metroidvania, e una finestra sul futuro della serie che per la prima volta, dopo 20 anni, è più radioso che mai.

8.8

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