Les of P ingresso stazione

19 ottobre 2023

Lies of P non dice bugie e mantiene la promessa di diventare un Soulsborne vero!

Introduzione

"Soulborne". È un termine che portiamo con noi da anni, un termine che rappresenta in soli dieci caratteri un intero genere portato al popolo e alla gloria dalla FromSoftware. È un genere che molti sviluppatori hanno scrutato con ammirazione nel tentativo costante di imparare e capire, cercando di trovare l'ispirazione giusta per tirare fuori il potenziale ancora inesplorato di un genere action-RPG così ricco di sfaccettature. Fino ad oggi, nessuno sembra essere riuscito a sottrarre la corona a questo maestro giapponese dello sviluppo, che continua a migliorare la sua formula di titolo in titolo, offrendo una garanzia di qualità ai giocatori. Ma, dopo aver provato "Lies of P", non ho potuto fare a meno di pensare che questo genere avesse molto di più da dire di quanto non abbia già fatto.

Questo termine, "Soulsborne", ha una doppia faccia, ma la maggior parte degli sviluppatori ha focalizzato la loro attenzione solo sulla parte "soulslike", perdendo l'occasione di prendere quanto di buono fatto in Bloodborne per plasmare una forma ibrida efficace. In questo modo, ci siamo ritrovati con molte copie o, al massimo, reinterpretazioni, seppur valide, dei mondi dark fantasy che seguono pedissequamente le orme già tracciate dalla From Software. Tuttavia, Neowiz Games e Round8 Studio hanno deciso di dare una svolta alla formula, incorporando nell'equazione una parte dell'eredità di Bloodborne che era rimasta in secondo piano. Il risultato è un ibrido sorprendente, che non teme confronti con i rappresentanti di questo genere. Tuttavia, "Lies of P" non può essere definito solamente un "soulslike" o "soulsborne."

Lies of P intro personaggio

Ciò che From Software mette nei suoi giochi è un'essenza profonda, un'anima, che si manifesta attraverso una lore ricca, storie non dette (ma raccontate) e una serie di dettagli che fanno girare la testa ai pippaioli mentali. Gli altri titoli, invece, riescono a malapena a buttare sul tavolo un contesto accettabile per fare da sfondo alle meccaniche e ai paradigmi di un souls, come se questo fosse in qualche modo sufficiente. Neowiz trova invece l'espediente giusto, ripescando opere letterarie ben note alla collettività, e reinterpretandole. Così facendo viene a colmarsi quel gap tra i veri souls e tutte le altre produzioni, e Lies of P si ritrova con una lore, storie non dette e tutto il resto. Si ritrova con un'anima.

Nel paese di 'Chia-cio-cio', sotto il regno dell'Imperatore Tranquillino, c'era una volta...

Si tratta della reinterpretazione di un immaginario riletto in una chiave totalmente opposta rispetto all'opera originale, ma che lascia chiare tracce per seguire in parte la stessa direzione. "P" sta infatti per "Pinocchio", l'iperattivo burattino nato dalla penna di Collodi e dallo scalpello di Geppetto. Ma oltre ai nomi, al concetto di burattini e all'espediente delle menzogne per giocare con trama e morale, dell'opera letteraria italiana non rimane molto. Geppetto è infatti più che un povero falegname, l'ambientazione non è quella di una Toscana alla vigilia dell'Unità d'Italia, e il burattino non si farà strada verso l'epilogo cercando di comportarsi bene per diventare un ragazzo vero.

Lies of P Krat plaza

La città di Krat è la cornice di tutta l'avventura. Si presenta ai giocatori come ciò che resta di un'utopia steampunk, divorata dalle oscure potenzialità della stessa risorsa che ne ha alimentato l'espansione. Fortemente ispirata all'architettura della Belle Époque, la città alta è ornata, ordinata e scintillante, e si fonde perfettamente con la una leggera nota steampunk, non marcata nella cornice quanto nel contenuto, restituendo un piacevole contrasto tra ambientazione e ciò che resta ad animare le sue strade e vicoli. Dalla cultura francese, il titolo non eredita solamente lo stile urbanistico, ma anche quel profondo sentimento di rivoluzione sociale che ne ha caratterizzato il DNA, con la differenza che questo nasce da qualcosa andato storto nel funzionamento degli automi.

La città dunque si spegne, e le strade si infestano di burattini malvagi che prendono d'assalto ogni luogo seminando caos e morte. Prima che qualcosa andasse storto, le macchine seguivano quattro semplici regole, tre delle quali riprese da Asimov, mentre l'ultima è decisamente più legata all'immaginario in questione: i burattini non possono dire bugie. Tutti gli automi (o quasi) sono infetti da questo virus malevolo che si ciba della loro imperfezione. Ma non P. Pinocchio è l'inumano perfetto, un esemplare unico, frutto dei più dedicati sforzi di Geppetto di emulare corpo e mente umana. Quando P si sveglia, la città è ormai collassata, e la battaglia per la sopravvivenza sembra già finita nel peggiore dei modi: la città appartiene ai burattini. A guidare i nostri primi passi ci sono solamente Gemini (il grillo parlante) e Sophia (la fata turchina).

Lies of P cuore della città
Darksouliani, siete a casa

Il flusso del gioco sarà immediatamente familiare a chiunque abbia anche una minima esperienza nel genere. Le componenti principali ci sono tutte: dal vago senso di disorientamento, la portanza dei colpi leggeri e pesanti, le risorse limitate, il parry e tutto il resto. In tal senso, Lies of P non inventa nulla di nuovo e si limita a interpretare ciò che è più comune nel genere, nel suo stile e contesto. Dove invece si differenzia è nella linearità della narrazione, nei percorsi prestabiliti che non lasciano molto spazio all'esplorazione più dispersiva, facendo capire al giocatore quale percorso porta avanti la storia. Non ci sono segnalini a indicare la via, e al giocatore viene richiesto un minimo di attenzione ai dialoghi e ai messaggi per orientare i suoi passi. Questa filosofia narrativa mi ha fatto calare nel personaggio, istruendomi passo dopo passo su cosa fare. D'altronde, anche noi ci siamo svegliati poco prima in quel vagone nella stazione di Krat.

La linearità contribuisce a far assumere al gioco una connotazione quasi puramente action, contornata da alcuni elementi RPG che non sembrano voler stravolgere completamente l'approccio, il che mi ha convinto, ma solo in parte. La linearità è stata gradita, e l'approccio offensivo degli scontri è stato paradossalmente accomodante. In tal senso, ci ritroviamo più riferimenti al combat system di Sekiro piuttosto che a quello dei puri souls, e non menziono Sekiro invano, dato che questo gioco ispira postura e altre componenti di gioco funzionali al gameplay. Alla base, il gameplay consiste nell'attaccare e farlo prima che il nemico possa reagire. Nel caso si può ricorrere alla semplice parata che consuma una parte di stamina e una parte di vita, al parry che invece induce il nemico a rompere la sua postura, e all'immancabile schivata.

Lies of P braccia della legione

La parte che meno ci ha convinto sta nella varietà dell'arsenale, che si limita a una manciata di archetipi e a qualche arma speciale (in alcuni casi fin troppo speciali). A dare maggiore varietà alla formula ci pensano però le Legion Arms, altra caratteristica chiaramente ispirata a Sekiro, aggiunta fresca che concede al giocatore più opportunità tattiche di quante le sole armi riescano ad offrire. Questa caratteristica consente di personalizzare il proprio stile di combattimento, anche se a questo scopo avremmo preferito una gamma più ampia di armi base.

Il nervo scoperto di questo gameplay sta nella mancanza di spunti originali, in meccaniche che si allontanino più coraggiosamente da quanto attualmente disponibile nel panorama dei soulslike. Nonostante il gioco eccelli nell'implementazione delle meccaniche familiari, non offre nulla di veramente innovativo. Tuttavia, questa mancanza di originalità è compensata dalla maestria con cui è stato realizzato.

Les of P banda di cacciatori

Il mondo di gioco è ricco di dettagli, con ambientazioni che spaziano dalla maestosità dei palazzi ottocenteschi alle atmosfere inquietanti della Galleria Lorenzini. L'Unreal Engine è sfruttato al massimo delle sue potenzialità, garantendo una grafica impressionante e animazioni fluide, sia su vecchie che nuove piattaforme hardware. La colonna sonora merita plausi, essendo in grado di toccare diverse corde, a tratti malinconiche, a tratti epiche. I dialoghi sono in inglese, con sottotitoli in italiano. La qualità interpretativa delle voci è credibile, ma il gioco e la narrazione non offrono grandi spunti per performance straordinarie. È stato un piacere constatare che la flessione italiana del parlato non sia caduta nello stereotipo.

Conclusioni

( Clicca su uno dei voti per leggerne la motivazione )
9.0 Storia/Narrazione
8.0 Gameplay
9.0 Grafica
8.5 Comparto Audio

Storia/Narrazione

La narrativa è coinvolgente, creativa e profonda. La storia non si attacca rigidamente all'opera di Collodi; al contrario, cerca di scrollarsi di dosso ogni possibile traccia per delineare una versione alternativa che percorra un cammino differente. I riferimenti ci sono, e sono dosati con maestria. La menzogna svolge un ruolo cruciale nella narrazione, ma solo chi si immergerà completamente nella storia e nei suoi piccoli segreti scoprirà quanto una singola risposta possa cambiare il corso del gioco.

gamepad

Gameplay

Tutto ciò che Lies of P fa, lo fa in maniera eccellente. Sia nell'imitare, sia nell'inventare qualcosa di nuovo. Purtroppo, non c'è davvero nulla che renda Lies of P un'opera unica nel suo genere, ma l'esperienza che offre al giocatore è una delle più complete. Il gameplay è ben bilanciato, e la maggior parte degli scontri più significativi è realizzata con cura. Il team ha compiuto qualche passo falso, ma nulla che possa precludere a questa opera di trarre beneficio da tutto il buono che è riuscita a realizzare.

Grafica

La grafica di "Lies of P" rappresenta uno dei punti di forza del gioco. Grazie all'abile utilizzo del motore Untera, il mondo di gioco si presenta con una resa impressionante, con dettagliati interni di palazzi ottocenteschi e atmosfere cupe. La direzione artistica è notevole, e gli effetti di riflessi e illuminazioni conferiscono una straordinaria sensazione di realismo. Le animazioni dei personaggi, nemici e boss sono fluide e dettagliate, contribuendo in modo significativo a creare un'atmosfera coinvolgente.

Comparto Audio

Lies of P riesce a ricevere lodi anche sotto questo aspetto. La colonna sonora contribuisce in modo significativo all'atmosfera coinvolgente del gioco, composta da brani evocativi e ben adattati alle diverse situazioni. L'uso dei vinili collezionabili, che possono essere ascoltati presso l'Hotel Krat, aggiunge un tocco unico all'esperienza, consentendo ai giocatori di immergersi ulteriormente nell'atmosfera.

Lies of P potrebbe non essere rivoluzionario nel mondo dei soulslike, ma ha tutte le carte in regola per diventare una seconda stella che guidi il cammino degli sviluppatori che lavvrano sul genere. Tecnicamente il titolo riesce a brillare grazie a tutto quello che fa', perché lo fa bene. I punti forti dell'opera sono senza dubbio una narrativa coinvolgente, l'atmosfera evocativa, e l 'esecuzione di meccaniche ne originali ma neppure scontate. Di fatto, al momento ci troviamo di fronte al migliore tra i più recenti esponenti del genere, uno dei titoli che non fa banalmente il verso alle opere della From, e che muove i giusti primi passi verso una direzione che ci auguriamo passi per la rivoluzione della formula o del modo in cui viene usata per raccontare storie.

8.6

Non sei d'accordo con il nostro voto? Dai un'occhiata alla nostra guida alle valutazioni.