Nuovo corpo, stessa testa; è così che inizia Dead Cells, il nuovo videogioco di Motion Twin. La software house francese, sconosciuta a molti e famosa per lo più su mobile o browser per i free to play, ha deciso di esordire su tutte le maggiori piattaforme con un titolo curato al limite della perfezione, portando con sé tante nuove idee e geniali rivisitazioni. Preparatevi dunque a rotolare tra mostri, demoni e guardie assetate di sangue e a prendere il controllo di uno dei cadaveri decapitati lasciati a marcire nei sotterranei di un’ignota prigione.
Ispirati da moderni capolavori del genere roguelike come Enter the Gungeon e The Bindings of Isaac, gli sviluppatori della Motion Twin hanno saputo unire elementi propri di questo genere a caratteristiche tipiche di giochi metroidvania. A dungeons generati casualmente, combattimenti frenetici hack-n-slash ed una quasi permadeath si unisce, infatti, una mappa enorme, complessa e totalmente esplorabile dal giocatore. Esplorabile sì, ma a patto di acquisire, durante il gioco, speciali oggetti o abilità che consentano di superare porte e ostacoli altrimenti insuperabili.
Dead Cells è stato rilasciato nell’ambito del programma Steam Early Access il 10 maggio 2017. Dopo un anno di continuo sviluppo e innumerevoli miglioramenti, Il 7 Agosto 2018, il gioco è stato ufficialmente rilasciato in contemporanea su Microsoft Windows, Linux e Mac attraverso Steam e GOG.com e su tutte le principali console (PlayStation 4, Xbox One e Nintendo Switch).
Hack’n’Slash: il combattimento prima di tutto
In Dead Cells non avrete tempo di preoccuparvi della storia o della lore di questo nuovo mondo, ma sarete impegnati in un continuo e frenetico susseguirsi di schivate, salti, colpi di spada, frusta e arco, avanzando attraverso un’orda di nemici che, se sarete fortunati, lasceranno cadere armi, oggetti pronti all’uso, monete, progetti per nuovo equipaggiamento e le “cells”.
Una volta raggiunta una delle molteplici porte per accedere al livello successivo, avrete un attimo di respiro in una piccola safe zone. Questa è convenientemente popolata da creature amichevoli, mercanti a cui cedere progetti e cells per poter sbloccare nuove armi e potenziamenti oppure scambiare monete con diverse possibili mutazioni del vostro corpo, capaci di sbloccare potenti abilità passive o miglioramenti alle vostre armi.
Una volta finito di riposare è l’ora di ripartire alla carica contro vecchi e nuovi nemici finché non sarete abbastanza sfortunati da morire.
Non vi è concesso altro se non pochi secondi per metabolizzare tutta la frustrazione accumulata. Non c’è tempo per pensare a considerazioni come: “forse avrei potuto schivare” o “magari dovevo usare questa abilità”. Non vi rimane più niente!
Quell’arco congelante che avevate trovato uccidendo una guardia nella Promenade of the Condemned? Perso. Quella coppia di pugnali con utilissimi modificatori all’attacco che avevate trovato su per i Ramparts? Persa. E che fine ha fatto quella torretta che vi è stata tanto utile sul Black Bridge? Vi lascio indovinare… Persa anche quella. Perso tutto: monete, cells, mutazioni e progetti non ancora consegnati. Tutto, o quasi tutto. Conserverete, infatti, le abilità sbloccate con le cells cedute ai mercanti nelle diverse safe zone. Quelle sono lì, esposte in vasetti che penzolano dal soffitto della stanza dove siete appena resuscitati. Morirete tante volte, centinaia, forse migliaia, ma ogni volta sarete un po’ più forti, avrete quell’ulteriore bonus che vi permetterà di progredire due metri in avanti rispetto alla run precedente.
Si riparte da zero
In Dead Cells ricominciare da ground zero non spegne l’entusiasmo o la frenesia; non rallenta il ritmo né annoia. Ogni morte è un’opportunità unica: possiamo ricominciare da capo, adattare la nostra build alle diverse situazioni, cercare di accumulare più bonus possibili, di combinare tra loro le caratteristiche vincenti di ogni arma. Cosa prenderete questa volta? Una build incentrata sul congelamento con un arco che immobilizza e rallenta i nemici e una spada che infligge danni bonus ai nemici rallentati? Oppure andrete sul sicuro con una build con doppio arco e abilità a distanza in grado di tenervi lontano da ogni minaccia?
La build è limitata a due armi e due abilità. Ogni arma ed ogni oggetto provoca ripercussioni sulla base di tre diversi modificatori: brutalità, tattica e sopravvivenza. Andando avanti con il gioco, troveremo pergamene capaci di aumentare in maniera temporanea, fino al prossimo game over, il danno per ogni modificatore e la vostra salute totale.
Ci sono armi da combattimento ravvicinato, quelle da combattimento a distanza, scudi e, inoltre, granate, torrette e abilità di ogni sorta.
Spesso dovrete scendere a compromessi con il gioco, ritrovandovi di fronte a decisioni che forse è meglio non prendere troppo alla leggera. In un mondo come quello di Dead Cells, infatti, ogni scelta non è mai scontata, perché lo scenario cambia così come cambiano i nemici. Nemici che, andando avanti, diventano sempre più forti, diversi e con differenti abilità; la vostra build dovrà quindi continuamente adattarsi a loro e al vostro stile di combattimento.
Solo se riuscirete a staccare le mani dal controller e dal continuo schiva e uccidi di Dead Cells potrete iniziare a porvi domande sulla lore e sulla trama del videogioco. Vi chiederete cosa è successo alla prigione, perché tutti vi aggrediscono, da dove vengono questi mostri e, soprattutto, chi siete. Chi è l’immortale protagonista di questo videogioco? Tra una stanza segreta e l’altra, tra le varie uccisioni e le diverse resurrezioni, forse troverete abbastanza indizi per potervi fare un’idea, più o meno completa, di come rispondere alle domande che vi affliggono, ovviamente tutto accuratamente condito dall’ironia e dal sarcasmo del protagonista.
Bilanciato in ogni dettaglio
Perché interessarsi alla lore del mondo e alla trama del gioco invece di continuare ad affettare demoni e mostri che lo infestano? In tutta questa frenesia non si può non notare, però, l’immenso lavoro fatto dagli sviluppatori della Motion Twin. Dalla grafica al gameplay, ogni dettaglio è stato curato, testato e perfezionato in maniera ossessiva. L’anno passato in Early Access è stato sfruttato nel migliore dei modi, dando occasione di perfezionare la responsività dei controlli e il bilanciamento di tutte le armi, i potenziamenti e le abilità. In Dead Cells ogni movimento è preciso, ogni animazione perfetta al nanosecondo tanto che non vi sentirete mai inermi guardando il vostro personaggio schivare, saltare o eseguire un attacco.
Nonostante venga definito un souls-like, al contrario di giochi come Dark Souls, la difficoltà di Dead Cells non deriva da nemici overpowered, visuali imprevedibili e controlli non responsivi, bensì da un sottile e preciso bilanciamento del gioco grazie al quale gli scontri saranno sempre difficili e vantaggiosi per i nemici ma mai ingiusti. Se volete trovare capri espiatori per una prematura dipartita, allora guardate i vostri pollici che non sono stati abbastanza veloci da adattarsi alla sfida.