Star Wars Jedi Survivor copertina wide con logo

16 maggio 2023

Star Wars Jedi: Survivor: la Respawn colpisce ancora

Recuperata la recensione di Jedi: Fallen Order, possiamo ora passare all'analisi del secondo capitolo di questa saga dedicata all'universo espanso di Star Wars. Jedi: Survivor è arrivato sugli scaffali lo scorso 28 aprile, e non possiamo che trovarci d'accordo con altri recensori - e anche con molti utenti della nostra community - che lo hanno definito come un degno sequel, che si comporta esattamente come il suo predecessore, andando però a perfezionare la formula e a limare quelle che erano le criticità della sua prima edizione. Prima di leggere questa recensione, vi consiglio di recuperare anche quella di Fallen Order, pubblicata su qusto sito solamente qualche giorno fa, così da avere una visione completa della filosofia scelta da Respawn Entertainment per l'odissea di Cal Kestis, e di come i miglioramenti abbiano permesso al team di sfornare un gioco migliore sotto quasi ogni aspetto.

La promessa dello sviluppatore era quella di portare alla luce un nuovo episodio di questa saga partendo da quanto di buono fatto con Fallen Order, potenziare tutti i pregi e sradicare le imperfezioni dal codice, arrivando a confezionare un prodotto che potesse mostrare i muscoli da subito, sotto tutti gli aspetti. In un certo senso questa operazione può dirsi riuscita, e Jedi: Survivor dimostra ancora una volta la capacità di Respawn di architettare un seguito che riesce a convincere più della prima originale versione. Anche se sembrava volersi limitare a essere semplicemente "la stessa cosa, ma più in grande", i miglioramenti al gameplay e sul lato tecnico hanno aggiunto un valore enorme alla produzione, che si scrolla dalle spalle tutte le critiche e le perplessità al debutto del team nel panorama action adventure. 

Ma qualcosa deve essere andato storto nel passaggio da Unreal Engine 4 alla versione più recente del motore grafico, perchè l'ottimizzazione su PC ha fatto inciampare lo sviluppatore su inconvenienti di natura tecnica che hanno tediato non poco l'utenza mouse e tastiera. L'edizione di Jedi: Survivor analizzata da noi è quella PC di configurazione medio-alta. Anche noi abbiamo risentito di un comparto tecnico che al lancio ha mostrato lacune quasi ingiustificabili - questo giudizio è espresso anche alla luce di una versione Xbox Series X|S e PS5 decisamente più stabile e limata, seppur lontana dalla perfezione - ma nessuno di questi problemi si è rivelato invalidante. Tuttavia, non abbiamo dovuto attendere troppo prima del lancio di una corposa patch che ha messo a posto gran parte degl'inconcvenienti. Nel momento in cui questa recensione viene battuta, il gioco è perfettamente giocabile dall'inizio alla fine senza particolari problemi. 

La storia continua facendo un salto di 5 anni...

Si ritorna nei panni di Cal Kestis circa cinque anni dopo gli eventi conclusivi del capitolo precedente. Durante questo tempo, sembra che siano accadute molte cose alla ciurma, ma nel prologo apprendiamo che Kestis è rimasto l'unico a portare avanti la causa, o almeno l'unico a farlo prendendo di petto la situazione e affrontando faccia a faccia l'Impero e i suoi alleati. Al suo fianco è rimasto solo il fidato BD-1, mentre Cere, Greeze e Merrin hanno scelto di seguire la propria strada. Cal è maturato, e oltre al suo aspetto, lo dimostra anche il potere che ha acquisito nella Forza. Ma prima di ogni altra cosa, Cal è un sopravvissuto, e le prime scene del gioco sottolineano quanto sia dura andare avanti con addosso la fama da famigerato antagonista dell'Impero Galattico.

La storia sembra prendere a piene mani dal progetto precedente di Respawn Entertainment, riprendendo in parte il tema narrativo da esso affontato. Ma per giocare questo secondo episodio non sarà strettamente necessario conoscere tutti gli avvenimenti, dato che la storia prenderà una strada sufficientemente differente a non far sentire il bisogno di ricordare ogni cosa successa in Fallen Order. Certo, così facendo alcuni volti familiari al protagonista ci risulteranno nuovi, ma il copione non farà particolare leva su questi, e anzi ci presenterà anche nuovi comprimari e villain  inediti.

Sulla falsa riga di Fallen Order, anche Survovor apre il sipario con un ritmo narrativo che risulta frenetico e sbrigativo nelle prime fasi, poi lento e dispersivo nella parte centrale e incalzante e pieno di colpi di scena nel terzo atto. Analizzando con un occhio più critico, notiamo che la narrazione di Jedi Survivor ci introduce in una prima ambientazione lineare, poco più aperta di un corridoio con percorsi obbligati e quasi completamente privo di distrazioni. In questa fase, apprendiamo che (quasi) tutti i poteri principali che Cal ha padroneggiato nel corso di Fallen Order sono ancora a sua disposizione, e il gioco ci rinfresca la memoria su come utilizzarli al meglio, impegnando l'intera sequenza introduttiva mascherando in parte il prologo da tutorial. Le sequenze giocate sono principalmente scriptate per rendere l'esperienza il più cinematografica possibile. Anche se coinvolgente, questa struttura non regge per molto tempo.

Star Wars Jedi Survivor capsula criogenica

La seconda fase, che ci accompagnerà per almeno quindici ore, diluisce gli elementi della storia principale e li intervalla con lunghe sessioni di movimento, combattimento ed esplorazione. A partire dalla seconda destinazione sulla quale attraccheremo la Mantis, il gioco chiede al giocatore di immergersi nel racconto con un approccio differente, dosando conversazioni, cutscene e incontri principali a patto che si lasci incuriosire dalle aree che lo circondano, che lo porteranno inevitabilmente a conoscere alcuni retroscena della main quest. In questa fase, Respawn reintroduce la struttura delle aree metroidevanieggianti, con percorsi bloccati destinati ad aprirsi solo quando si è più potenti o con più esperienza alle spalle. Inoltre, ci sono molte occasioni per impugnare la spada laser, con decine di incontri sul percorso che costringeranno il giocatore a riadattare continuamente il proprio approccio per far fronte ai punti di forza e alle debolezze dei diversi archetipi di avversari. Ma ciò che concerne il combattimento lo svisceriamo più avanti.

La musica invece cambia nel terzo atto, quando si innesca un meccanismo di continuità che trascina il giocatore da un obiettivo all'altro fino all'epilogo. Questo ritmo incalzante può essere comunque interrotto in qualsiasi momento per ritornare a esplorare e completare obiettivi secondari; tuttavia, proprio come nel primo capitolo, a questo punto il puzzle è quasi completo e il giocatore sarà spinto a voler vedere il risultato finale il prima possibile, arrivando fino ai titoli di coda.

Star Wars Jedi Survivor villains

In generale, la storia è ben scritta, con alcuni personaggi approfonditi in modo particolare, mentre altri non godono di un background particolarmente ispirato o articolato. I villain sono meno caratterizzati rispetto al capitolo precedente e decisamente non all'altezza. Tuttavia, i colpi di scena sono stati d'effetto e ben strutturati per risultare imprevedibili, e questo l'ho particolarmente apprezzato. Ma i meriti del comparto narrativo sono evidenti più che altro nella parte finale dell'avventura, mentre l'inizio, per quanto d'impatto l'approccio a uno stile più cinematografico, e la seconda parte, che invece mette insieme la vera struttura ludica dell'esperienza, non brillano sotto questo aspetto. Ma Jedi Survivor offre più di una storia lineare da vivere, e non ci trascina in linea retta dal punto A al punto B, e tutto quello che sta nel mezzo riesce a dare forma a questo seguito nel modo migliore, scolpendo un videogioco solido e di qualità non indifferente.

Gameplay

Anche il gameplay riprende la struttura del capitolo precedente, ma la rifinitura del sistema di combattimento corregge le criticità della sua prima versione. Il risultato è un combat-system convincente, fluido, preciso e arricchito da piccoli elementi che rendono le sequenze di gioco impattanti. L'azione è cruda, fredda e violenta: ogni colpo della spada laser è avvertito a pieno e i colpi precisi restituiscono lo stesso feedback dei giochi action basati sulla forza bruta (un esempio perfetto è God of War). In questa seconda versione, sono stati aggiunti gli smembramenti, il che ha perfettamente senso considerando che la lama laser è idealmente un'arma inesorabile, anche se il gore rimane completamente assente in questa produzione dalla marcata impronta disneyana. Non sentirai la mancanza di schizzi di sangue e violenza visiva, poiché ci sono diverse animazioni che danno una particolare soddisfazione, soprattutto quando i tuoi avversari dimostrano di essere difficili da sconfiggere alle difficoltà più elevate.

Star Wars Jedi Survivor combattimento cacciatore di taglie

Sono stati aggiunti due nuovi stili di combattimento ai tre già presenti in passato: uno che imposta la postura di Cal sullo stile dello "spadone a due mani" e un secondo che risulta stilisticamente più appagante, con la spada laser in una mano e un blaster nell'altra. Ogni stile (per un totale di cinque) può essere potenziato tramite i punti abilità. Come nel capitolo precedente, il sistema di progressione dei livelli offre un notevole aiuto nell'utilizzo della forza e nell'efficacia in combattimento, sbloccando un paio di nuove mosse per ogni stile e migliorando la gittata degli attacchi o la durata delle combo. Tuttavia, per completare il gioco, potrebbe essere sufficiente spendere solo una decina di punti. Ciò è dovuto al fatto che la struttura dell'albero delle abilità non è molto profonda o particolarmente articolata.

Un'altra novità nel sistema di combattimento è la possibilità di ordinare a un compagno di eseguire mosse speciali, principalmente volte a stordire i nemici e a darci il tempo di agire. Tuttavia, le opportunità in cui Cal viene effettivamente affiancato da un compagno sono limitate e quindi questa meccanica risulta abbastanza marginale. Devo ammettere di essere deluso riguardo alle boss fight; non per la qualità o la struttura di queste, ma soprattutto per la mancanza di varietà. I boss principali legati alla trama sono pochi, il che rende la ripetitività piuttosto pesante. Anche in Fallen Order abbiamo affrontato più volte lo stesso villain, ma in un sequel così ambizioso avremmo preferito una maggiore diversità. Anche i mid-boss umanoidi suonano per lo più come la stessa cosa, e la maggior parte di essi non sono altro che versioni potenziate dei nemici comuni. Almeno per questo tipo di incontri, possiamo consolarci con la presenza di diversi world boss, se così possiamo chiamarli. Sono creature più grandi e pericolose che si distinguono per schemi di attacco più articolati rispetto alle loro controparti non-elite.

Star Wars Jedi Survivor helping hand

Il sistema di movimento è stato rivoluzionato. Già nelle prime fasi del gioco diventa evidente grazie all'uso del rampino per raggiungere determinati punti di appoggio, ma man mano che si avanza si scoprono nuove abilità per spostarsi in modo efficiente da un luogo all'altro. Non si tratta di concetti particolarmente originali, ma di soluzioni già viste in altre produzioni e adattate per calzare al meglio al meglio alle potenzialità di un Jedi. Ciò ha anche permesso a Respawn di creare un level design più articolato che rimane sempre "fresco", anche quando si torna in un'area iniziale del gioco dopo aver trascorso molte ore a potenziare il nostro Jedi.

Il mondo di gioco si arricchisce inoltre di diverse attività secondarie. Queste sono purtroppo poco brillanti e coinvolgenti, ma almeno lo sviluppatore è stato in grado di non cadere nei soliti cliché che vertono su un'eccessiva ripetitività. Anzi, spesso le quest secondarie incentivano il giocatore a esplorare le vaste aree a disposizione, e addentrarsi in anfratti che magari celano una bossfight, una cassa segreta o simili. 

Nel pianeta più vasto tra quelli a disposizione, avremo la possibilità di immergerci un minimo nella meccanica di base-building. La locanda del villaggio che ospita l'attracco della Mantis può essere migliorata attraverso attività secondarie che, come detto poco più su, non sono chissà ché, ma in un ottica generale contribuiscono a dare una sensazione di evoluzione dell'area sicura che visiteremo più volte nel corso dell'avventura. La locanda si riempirà di persone, molte dei quali avranno una storia da raccontare o una voce da riferire su eventi e ricchezze disponibili in determinate aree della mappa. Il posto ospita anche diversi vendor, che mettono a disposizioni esclusivi elementi estetici o tratti per migliorare passivamente le nostre qualità in combattimento. Ognuno di questi avrà una valuta spendibile unica, e dunque la caccia ai collezionabili entra in un certo senso in funzione dell'accesso a questi contenuti di personalizzazione secondari.

Star Wars Jedi Survivor Open world
Mondo di gioco e grafica

Forti di un Unreal Engine 5 che si distingue per qualità d'immagine e resa grafica, Respawn ha fatto un ottimo lavoro in questi termini. I mondi creati sono convincenti e ricchi di dettagli, e la produzione si è spinta nuovamente oltre alle tipiche ambientazioni viste nella serie, limitate spesso ai deserti di Tatooine o al massimo a qualche ambiente boscoso. Nella stessa destinazione sarà persino possibile esplorare in diversi biomi, ma andando avanti con la storia principale Cal si muoverà attraverso ambienti decisamente più suggestivi: da macerie antiche agli'interni di una nave imperiale, da relitti affogati in tetre paludi a basi fluttuanti immerse tra cielo e nuvole.

Se in tal senso Unreal Engine 5 ha contribuito parecchio alla resa finale dell'opera, dall'altro lato la conversione del codice al nuovo motore grafico ha restituito come risultato quella che è un'evidente inesperienza nell'ottimizzazione sui diversi sistemi di gioco. Le versioni PS5 e Xbox Series X|S hanno scricchiolato parecchio, soprattutto in termini di fps. Decisamente più gravi sono i problemi che hanno afflitto la versione PC, che oltre a un ottimizzazione generale poco più che mediocre che ha sollevato l'ennesimo recente polverone sull'attenzione degli sviluppatori sulle build PC, in diverse occasioni crashava o peggio neanche partiva. La nostra prova è stata salvata da una prima patch che ha reso il gioco perfettamente giocabile, seppur non risolvesse tutte le problematiche. Ma grazie a questo abbiamo potuto il gioco arrivando ai titoli di coda.

Conclusioni

( Clicca su uno dei voti per leggerne la motivazione )
8.0 Storia/Narrazione
9.0 Gameplay
9.0 Grafica
9.0 Comparto Audio

Storia/Narrazione

Il gioco presenta colpi di scena davvero sorprendenti, una caratterizzazione dei personaggi di alto livello e una prestazione attoriale eccellente. Tuttavia, i nuovi volti introdotti non sono riusciti a convincere pienamente. La trama si sviluppa in modo variegato lungo le 25 ore necessarie per completare la storia principale e una buona parte delle attività secondarie, ma questa struttura sembra essere quella che funziona meglio in progetti di questo genere.

gamepad

Gameplay

I miglioramenti nel gameplay sono più che evidenti, e le aggiunte calzano a pennello con la produzione. Gran parte delle novità non è originale, ma Respawn ha cucito in Jedi Survivor un po' di un gioco e un po' di un altro nel modo giusto, giustificando ogni singola meccanica nell'espressione "la forza mi permette di farlo". Gradita l'aggiunta dei due nuovi stili di combattimento e la cura nelle esecuzioni di combo e animazioni annesse che danno una convincente fluidità all'azione. Magari gli incorni principali avrebbero potuto essere più articolati e meno ripetitivi.

Grafica

Visivamente Jedi Survivor riprende la stessa direzione artistica del suo predecessore, ma riesce in un lavoro di valorizzazione che attribuisce al gioco un aspetto da vera produzione next gen. La qualità dell'immagine gode di una pulizia che ritenevo necessaria riguardando Fallen Order, e non posso che dirmi soddisfatto dal passo in avanti.

Comparto Audio

Risuonano le note e i temi di un epopea stellare familiare, ma in questa saga la colonna sonora originale riesce a ritagliarsi un spazio tutto suo, e ad avere una personalità ben distinta e riconoscibile. In questo secondo capitolo il compositore ha impreziosito la narrazione che si sofferma più volte a dare maggior espressione e impatto alle emozioni dei personaggi. Per quanto riguarda i suoni di gioco e ambientali il comparto audio convince ancora una volta, e se i mondi esplorabili risultano così vivi, è anche grazie all'ottimo lavoro in questi termini.

In definitiva, possiamo considerare Jedi: Survivor un degno sequel di un primo capitolo già sorprendente. Nonostante qualche problema nella build iniziale, il gioco offre ai videogiocatori un prodotto solido e di qualità sotto ogni aspetto. I progressi rispetto al precedente titolo sono evidenti, e sembra che la formula stia raggiungendo la perfezione. Respawn ha ancora una volta creato uno Star Wars che riporta l'universo narrativo a un livello che le recenti produzioni cinematografiche possono solo sognare, offrendo a questa proprietà intellettuale una boccata d'aria fresca e rigenerante. È evidente che ci sia ancora margine di miglioramento, ma siamo sulla strada giusta. Tuttavia, riconosciamo i meriti: Star Wars Jedi: Survivor è un action adventure eccellente e al momento rappresenta uno dei migliori esempi del genere tra le produzioni di pari calibro.

8.8

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