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19 marzo 2019

Anthem: la recensione. "E così gli dei lasciarono questo mondo incompiuto"

Premessa -  Se questa recensione viene postata solamente ora, circa un mese dopo dalla data di lancio ufficiale del gioco, non è per pigrizia ma per garantire ai nostri lettori un punto di vista più dettagliato relativamente a tutte le meccaniche e agli aspetti che costituiscono quest'ultima fatica di BioWare. Per tale motivo abbiamo preferito portare a termine prima le recensioni di tutti i titoli più importanti usciti in concomitanza ad Anthem, spinti dalla consapevolezza che un tale progetto avrebbe portato via gran parte del nostro tempo.

Anthem è uno di quei giochi che vivono nel tempo, in continuo divenire, che migliorano, rinascono e crescono, aggiornamento dopo aggiornamento.

Questa recensione è stata scritta unendo tutte le considerazioni a cui gran parte del nostro staff è giunta dopo aver trascorso circa 300 ore di gioco a Bastion, spolpando per bene i contenuti proposti dal titolo. Chiudiamo questa premessa con la speranza di soddisfare anche le aspettative di quei videogiocatori che diffidano dei giudizi basati su un quantitativo irrisorio di ore trascorse in universi così vasti.


Anthem è un titolo dal fascino innegabile, prodotto da una delle software house più talentuose al mondo. Un nuovo progetto, un universo completamente inedito, che fa da contorno ad uno stile di gioco al quale BioWare non si era mai avvicinata prima d’ora. Anthem non è solo l’ennesima produzione della casa canadese, ma anche una strada completamente nuova, ricca di insidie e mai in discesa che, come è capitato spesso in questa generazione videoludica, alla stessa maniera affascina chiunque e delude non pochi. Quello dell’action open world condiviso è un genere che da anni ormai non riesce a svecchiare delle meccaniche che seguono schemi predefiniti, una sorta di copia e incolla con qualche leggera personalizzazione ma con, bene o male, sempre lo stesso sapore. EA ci prova riponendo astutamente la sua fiducia in un team con decenni di esperienza e successi e che, dopo la crisi post-lancio di Mass Effect: Andromeda, cerca di riprendersi il rispetto dovuto, quello meritato. Anthem è il titolo che ha diviso il pubblico, che fa discutere, che sì innova, ma non abbastanza, che aggiunge elementi interessanti e per un certo verso anche inediti, che racconta una magnifica storia ma lo fa attraverso una narrazione differente, che merita tanto successo quanto disapprovazione per difetti inaccettabili.

L'Inno scorre forte in BioWare
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L’esperienza di Anthem prende forma nelle terre selvagge che colorano le regioni di Bastion, tanto affascinanti quanto insidiose, animate da vivi paesaggi naturali ed abitate da creature e fazioni nemiche in continuo conflitto. Il videogiocatore è invitato a vestire i panni di un Freelancer, uno Specialista, membro di un'organizzazione indipendente composta da coraggiosi combattenti armati di Strali, o Javelin, in grado di spingersi oltre le mura di Fort Tharsis per portare a termine contratti e spedizioni in cambio di un adeguato pagamento. Gli Strali sono delle corazze meccaniche che permettono a chi le pilota di combattere ed esplorare le insidiose terre che circondano il pacifico forte, grazie ad abilità di combattimento peculiari della classe scelta nel corso del gioco.

Copertina articolo anthem

Il mondo è il frutto di una creazione incompiuta per mano dei Creatori, dèi inspiegabilmente scomparsi prima del completamento della loro opera. Anthem prende il nome dall’immenso potere imbrigliato dai Creatori attraverso i loro strumenti, un potere in grado di plasmare il mondo così come di distruggerlo. Tutte queste informazioni, e tante altre, però, potrebbero sfuggire a molti dei giocatori che decidono di immergersi nell'universo di Anthem. Esse, infatti, non si palesano durante la narrazione della storia principale o in quelle secondarie, ma sono contenute in un ampio e dettagliato Codex di gioco accessibile attraverso la Biblioteca del titolo. Il lavoro degli autori è quasi eccellente. Il "quasi" si riferisce alla scarsa efficacia di questa modalità narrativa per quel pubblico che di rado si sofferma a spulciare le varie documentazioni fornite. Ad ogni modo, il lavoro che sta dietro Anthem è impressionante, affascinante e coinvolgente. Certo, qualche spunto da produzioni cinematografiche e videoludiche è indubbio ma, bisogna dirlo, la nuova creatura di BioWare non cade nei classici cliché fantascientifici e riesce ad essere originale sotto quasi ogni punto di vista.

Discorso un po' differente per quanto riguarda la storia che vivremo una volta avviata la partita. Gran parte di questa, infatti, verrà raccontata dalle cutscenes e dalle conversazioni con i vari protagonisti, lasciando al puro gameplay solamente un contorno riempitivo dove volare da un posto all’altro, ammazzare i nemici e al massimo raccogliere qualche oggetto. Le attività che affronteremo durante tutto il corso della narrazione saranno pressoché identiche, variando solo per ambiente di gioco e contesto nel quale si svolge uno scontro.

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La nostra avventura inizierà con una missione suicida nel tentativo di fermare la terribile potenza dell’Inno della creazione, generatore di devastanti fenomeni naturali e creature infernali che rischiano di travolgere Fort Tarsis, uno degli ultimi baluardi dell’uomo nelle regioni di Bastion. La storia principale si incentrerà completamente su questo potere e sui temibili nemici che mirano ad imbrigliarlo, ruotando attorno ad una schiera di personaggi carismatici, ben delineati e ottimamente interpretati, tutti con un ruolo chiave ai fini della narrazione. La storia che vivremo in prima persona è bella, questo è innegabile. Tra colpi di scena, avvenimenti imprevedibili e profonde conversazioni con i nostri compagni di ventura, però, ci dispiace constatare che l’efficacia narrativa dei titoli BioWare è stata in parte sacrificata da una struttura di gioco meno ramificata e complessa, priva della possibilità di immedesimazione nelle vicende e nei dialoghi che si limitano a far scegliere tra due sole opzioni, mai l’una l’opposto dell’altra e, quindi, non portando ad un'evoluzione differente degli avvenimenti. Non esiste una risposta giusta o sbagliata, così come non esistono conseguenze alle nostre scelte che portino a differenti epiloghi. In altri termini, BioWare ci fornisce la qualità della narrazione alla quale ci ha abituati ma la limita a metodi meno efficaci e convincenti.

Forti da soli, invincibili insieme

L’intera campagna è giocabile sia in solitario che in compagnia. Ogni missione metterà a nostra disposizione un sistema di matchmaking quasi fulmineo. Nonostante l’intera esperienza sembri essere stata disegnata per sfruttare la co-op tra quattro giocatori, sarà comunque possibile disattivare velocemente il matchmaking automatico e volare per Bastion in solitaria, concedendoci tutto il tempo necessario per curiosare e dettare il nostro personalissimo ritmo all’intero svolgimento degli eventi. Giocare in compagnia è piacevole, ma alcuni giocatori si sentiranno inevitabilmente poco “tutelati” dalle meccaniche di condivisione dell’esperienza poichè non è insolito che, su quattro giocatori, almeno uno rimanga indietro, costretto ad unirsi agli altri nella zona della missione più avanzata attraverso una fastidiosa schermata di caricamento, vedendo così mortificata la propria esperienza di gioco.

Quattro sono le tipologie di attività affrontabili: Missioni Principali, Contratti, Gioco Libero e Roccaforti. Quest'ultime sono l'equivalente di un raid, come accade anche in Destiny o in The Division: dungeon impegnativi che terminano con un boss finale.

Le difficoltà delle missioni, poi, risultano variegate così come le ricompense che otterremo in base alle scelte che operiamo. Ovviamente più ostica sarà la difficoltà per cui optiamo, maggiore risulterà la probabilità di trovare oggetti Mitici o Leggendari. Se all’inizio saranno disponibili solamente le difficoltà Difficile, Normale e Facile, una volta raggiunto il level-cap, livello 30, sbloccheremo tre nuove difficoltà Gran Maestro, decisamente molto più impegnative delle altre.

La differenza tra le difficoltà Gran Maestro è abissale: passare da una missione Gran Maestro 1 ad una Gran Maestro 2 sarà come saltare dal livello “passeggiata” a quello “ die MF die”. Al momento la potenza dei nostri Strali non è ancora sufficiente per affrontare una Missione Gran Maestro 3 dall’inizio alla fine, ma vi garantiamo che il livello di sfida è estremamente alto. I più temerari di certo apprezzeranno.

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Fort Tarsis è il posto nel quale trascorreremo gran parte del nostro tempo, un vero e proprio QG per le nostre operazioni, ma anche il luogo dove accetteremo missioni e contratti, in cui conosceremo personalità differenti e dove ci prenderemo cura del nostro Strale. Il forte è ricco di NPC con i quali scambiare un paio di battute. In particolare, alcuni vi offriranno incarichi da portare a termine, missioni secondarie, mentre altri intraprenderanno brevi conversazioni fini a se stesse, aggiungendo qualche piccola informazione su Tarsis e Bastion attraverso il racconto della loro quotidianità, dei loro interessi e del ruolo ricoperto all’interno delle mura del forte. Questi dialoghi sono completamente scollegati dagli avvenimenti della storia principale, risultando per lo più poco coinvolgenti, quasi noiosi.

Dal forte è possibile accedere alla Fucina, luogo dove ci perderemo tra componenti, personalizzazioni e statistiche con il solo scopo di rendere il nostro Strale unico nel suo genere. Esistono fino a quattro tipi di Strale differenti: Tempesta, Colosso, Guardiano e Intercettore. Ognuno di essi ha delle peculiarità ben bilanciate che garantiscono ad ogni giocatore di vestire i panni più congegnali alle proprie esigenze in combattimento. Gli Strali sono potenziabili con l'aumentare del livello del nostro personaggio, il che ci consentirà di sbloccare slot abilità che permetteranno di migliorarne la capacità della corazza, la velocità di recupero dello scudo, l’efficacia delle combo ed aumentare l’efficienza dei reattori di volo rallentando l’effetto di surriscaldamento. Ogni componente sarà adeguatamente distinta, a seconda della sua rarità, da un livello numerico ed uno cromatico (bianco, verde, blu, viola, arancio ed oro), dal meno raro a Leggendario. Al momento purtroppo manca una schermata riassuntiva delle statistiche accumulate dai nostri potenziamenti che aiuterebbe non poco il giocatore a personalizzare la propria build. I componenti attivi equipaggiabili (armi ed abilità LB e RB) possono essere creati grazie ai progetti che sbloccheremo e potenzieremo in base all'esperienza in battaglia con quella determinata arma o abilità.

I believe I can fly...
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Iniziamo passando subito per la grande novità che sicuramente ha aumentato di molto il fascino del titolo: le meccaniche di volo. Il volo conferisce una libertà di movimento difficile da trovare in altri titoli, amplificando l’esperienza sotto diversi punti di vista, sia nei combattimenti, più dinamici e divertenti, sia nelle fasi esplorative. Ogni Strale sarà in grado di librarsi in aria grazie ad un sistema di propulsione, di diversa efficacia in base alla sua tipologia, da tenere sempre sotto controllo. Questo infatti tenderà a surriscaldarsi e a farvi perdere il controllo dell’armatura, inducendovi quindi a precipitare al suolo. Sarà necessario pertanto far raffreddare i propulsori tornando a terra, oppure sfruttando cascate, laghi oppure il volo a filo d’acqua. In questo modo gli sviluppatori non hanno banalizzato le fasi di volo come semplici spostamenti in linea d’aria, ma come una sorta di minigioco che vi terrà impegnati per tutto il tragitto.

I propulsori hanno un ruolo rilevante anche durante le fasi di combattimento. Spostarvi in aria, schivare o semplicemente saltare potrebbe fare la differenza. Per contrattaccare ogni Strale avrà a disposizione un’arma primaria ed una secondaria, due attacchi speciali, un’abilità difensiva e un'ultimate che infligge un ingente quantitativo di danni. Se il gunplay riprende le meccaniche tipiche di uno shooter RPG, con tanto di statistiche danno che esplodono dal bersaglio colpito, troviamo ben fatta la meccanica delle combo, basata interamente sugli effetti elementali e sui colpi critici. Da questo punto di vista sembra sbilanciato solamente il potenziale dello Strale Tempesta, che permette al giocatore di effettuare diversi attacchi elementali, ideali per combo o per attribuire effetti malus ai nemici. Se utilizzato adeguatamente in un team lo stregone sarà in grado di iniziare una concatenazione prolungata di combo ai danni di ampi gruppi di nemici. Gli altri Strali, invece, potranno garantire meno tipologie di effetti per innescare più combo consecutive. Differentemente da come molti altri hanno affermato, abbiamo trovato il sistema combo efficace, divertente e semplice da sfruttare con ogni tipo di Strale. I combattimenti più ostici fanno leva su questo sistema per garantire un’efficienza maggiore delle potenzialità dei danni.

Anche l’occhio vuole la sua parte
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Uno degli aspetti di maggior impatto, una volta avviato il gioco, è quello visivo. BioWare ricrea un’ambientazione affascinante, progettata con una cura quasi maniacale che sposa efficacemente level design al fascino di suggestivi ambienti naturali. Se abbiamo gradito sia i dettagli ambientali che quelli che danno forma ai Javelin, ci fa storcere il naso, però, la scarsissima varietà dei modelli di armamenti. Anche se passeremo più tempo a guardarne statistiche che fattezze, è innegabile che verrà meno l’effetto di stupore e meraviglia quando otterremo una nuova arma come ricompensa. Queste saranno praticamente sempre le stesse ma con una skin differente. Poco appagante per quei giocatori che passano del tempo a farmare per poi ritrovarsi con una reskin che di speciale ha ben poco.

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Dal punto di vista tecnico il gioco, al momento, mostra alcuni pregi ma molti difetti. Se da un lato ci stupiamo che riesca ad essere stabile con tutti gli effetti particellari e di luce durante un combattimento (in special modo quando si innescano i vari effetti combo), dall’altro troviamo intollerabile che un progetto di tale ambizione e dimensione possa essere afflitto da gravi mancanze tecniche. Partendo da una IA poco brillante, poco impegnativa e, a tratti, talmente stupida da dimenticarsi di combattere, passando per disconnessioni e vari problemi legati ai servizi live e di condivisione del mondo di gioco, finiamo con bug inaccettabili come statistiche arma completamente sottosopra, audio di gioco che scompare senza motivo e PS4 che crashano. Per quanto ci abbia affascinato il gioco (tanto da tenerci impegnati per ore ed ore nonostante tutto), non possiamo accettare problematiche simili nel 2019. Il gioco al momento continua a ricevere aggiornamenti e correzioni ma, nonostante la buona volontà del team, sembra che allo scomparire di alcuni bug ne nascano di nuovi altrettanto fastidiosi.

 

Ringraziamenti - Questa recensione è stata portata a termine grazie alla collaborazione di Cristian Santoloci e Paolo Scognamiglio, i quali hanno analizzato a fondo gli aspetti tecnici del titolo e il loro comportamento su differenti hardware.

Conclusioni

( Clicca su uno dei voti per leggerne la motivazione )
7.0 Storia/Narrazione
9.0 Gameplay
9.0 Grafica
8.0 Comparto Audio
7.0 Multiplayer

Storia/Narrazione

Anthem vi proietta in un mondo affascinante, originale. Impossibile non apprezzarne i dettagli, la storia, i miti, l’ambientazione e i personaggi. Tutte tessere di un mosaico che danno forma alla meraviglia che scivola fuori dalla penna degli autori che hanno dato vita ad alcuni tra i più affascinanti universi videoludici mai realizzati. Quella che purtroppo viene a mancare è l’efficacia della narrazione. Noi sappiamo quanta meraviglia abbia da offrire il gioco perché ci siamo soffermati più e più volte a spulciare Codex e documenti vari, ma capiamo perfettamente che molti altri giocatori preferiscano lasciarsi servire un piatto completo senza dedicare troppo tempo a leggerne gli ingredienti. Purtroppo risulta difficile apprezzare quanto di buono ci sia dietro la breve storia principale a causa della natura strutturale del gioco. Gran parte dell’esperienza “Storia Principale” viene trasmessa attraverso dialoghi con i quali è sì possibile interagire, ma mai in maniera significativa, limitando le risposte a sole due opzioni che quasi mai dicono cose differenti e che mai muteranno il corso degli eventi. Tutto sommato questo resta uno dei pilastri della produzione, una narrazione solida ed affascinante, certo non ai livelli delle produzioni precedenti, ma oggi non siamo quì a giudicare il portfolio di BioWare; solo il suo ultimo titolo.

gamepad

Gameplay

Solido, bilanciato e coinvolgente. BioWare trasforma ogni singola azione di gioco in una piccola sequenza di spettacolari eventi. Dal volo che garantisce una costante sensazione di libertà, ai combattimenti frenetici ed ipnotici, ad un sistema di combo appagante, fino ai giganteschi boss da tirar giù, abbiamo trovato Anthem all’altezza delle aspettative. Quando una sessione di gioco non viene svilita da fastidiosi bug e disconnessioni, la sensazione è quella di avere le mani su di un capolavoro moderno. A rompere un po' la magia, però, è un endgame poco vario, un sistema di looting tutt’altro che appagante e una condivisione del mondo con altri giocatori che, sebbene migliori nel tempo, non garantisce la stessa qualità dell’esperienza a tutti i giocatori.

Grafica

Graficamente nulla da dire. È inutile tirare in ballo i vociferati downgrade rispetto a ciò che è stato mostrato all’E3, a contare è il risultato attuale che apprezzerete sicuramente. Splendide le ambientazioni come anche gli Strali, anche se i modelli facciali non hanno lo stesso livello di dettaglio. Complessivamente questo prodotto è da annoverare come uno dei giochi open world con la miglior grafica.

Comparto Audio

La qualità del comparto audio si percepisce sin dalle prime battute. L’intero gioco gode del doppiaggio completo in lingua italiana ed una qualità tracce di tutto rispetto. La qualità recitativa dei doppiatori sposa perfettamente le emozioni rappresentate dalle animazioni dei personaggi. Molto gradita la presenza di battute recitate anche da parte del nostro alter ego (cosa che manca in tantissimi altri titoli). Per quanto riguarda le tracce audio durante le fasi del gameplay, abbiamo apprezzato i suoni delle armi, gli effetti sonori delle combo (a dir poco assuefacenti) e i vari suoni ambientali. In questo ambito nulla di memorabile, compresa la colonna sonora, ma tutto ben fatto.

Multiplayer

Il sistema multiplayer è parte integrante del gioco e rispecchia in tutto e per tutto le considerazioni anticipate nella sezione dedicata al gameplay. Matchmaking fulminei e sincronizzazione degli eventi eccellente. Il titolo prevede solamente il PVE e, almeno finora, non è previsto alcun tipo di modalità competitiva. Trattandosi di un cooperativo avremmo gradito un miglior sistema di comunicazione, magari anche una chat testuale. Fastidiosissimo essere trascinati nell’area successiva della missione da un tizio che vola via noncurante dell’esplorazione che ci stiamo godendo.

Per un momento immaginatevi in una corazza tecnologicamente avanzata, come in Iron Man. Immaginate di essere spinti in aria dalla forza dei propulsori e di poter volteggiare nel vuoto, sorvolare paesaggi naturali mozzafiato ed immergervi in picchiata raggiungendo fondali luminosi e colorati. Immaginate di avere il potere di difendere le mura di Fort Tarsis ed i suoi abitanti. Immaginate di essere il tassello essenziale per la riuscita di grandi imprese. Anthem offre un’esperienza di gioco unica nel suo genere e dà vita ad un nuovo universo affascinante e coinvolgente. Il prodotto però non vive di sola meraviglia, vittima di sbavature impossibili da non notare che rischiano seriamente di mortificare l’esperienza del giocatore. Sappiamo che il titolo verrà perfezionato, migliorato ed arricchito ma, al momento, soffre di alcune criticità ingiustificabili. Anthem sembra esser stato lanciato sul mercato prematuramente, vittima di tempistiche non sufficienti per portare a termine un’opera che ha tutto l’aspetto di essere incompiuta, esattamente come lo è il mondo di gioco. Avremmo voluto seriamente dare un 9 pieno in questa recensione perché, in fondo, sappiamo che il titolo avrebbe potuto meritarlo. Continuiamo a sentire il potenziale di questo gioco e sappiamo che riuscirà a stupirci in futuro. Al momento il lungo cammino di Anthem inizia con un voto che per nulla rispecchia le sue potenzialità.

8.0

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