Alan Wake copertina con logo

7 novembre 2018

Alan Wake: il thriller Remedy intramontabile

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Voglio innanzitutto chiarire il perchè della presenza di una recensione di un gioco così datato in un sito nato solo quest’anno. Fino a poco tempo fa, non avevo mai preso in considerazione l’idea di giocare questo meraviglioso titolo perchè, essendo sempre stato un utente Playstation, non ho mai avuto la possibilità di recuperarlo in quanto esclusiva della console Microsoft. L’anno scorso però, dopo aver atteso molto, sono riuscito ad assemblare un bel PC e, tra le prime cose che mi ero prefissato di fare, c’era, appunto, proprio quella di recuperare il titolo di Remedy. Quest’anno, nata l’idea di realizzare il sito, ho voluto fortemente recensire il titolo per indurre chi, come me fino a poco tempo fa, ha perso per strada questa meraviglia a recuperarla.
Il titolo Alan Wake deve la sua creazione a Sam Lake, pseudonimo di Sami Järvi, autore di videogiochi e scrittore finlandese. Incaricato da Petri Järvilehto, uno dei membri fondatori di Remedy Entertainment, di stendere la sceneggiatura di uno dei primi giochi di Remedy, Death Rally, Järvi ha collaborato attivamente alla realizzazione di molti giochi Remedy, tra cui proprio Alan Wake, di cui era il main writer, diventando così uno degli scrittori più importanti ed influenti nella storia dei videogiochi. Famoso per creare universi narrativi dinamici e profondi, mossi da storie complesse che seguono protagonisti carismatici e molto caratterizzati, egli ha creato personaggi iconici, tra i quali il detective hard boiled Max Payne e proprio il folle scrittore di thriller Alan Wake.
L’hype questa volta non fa vittime. Alan Wake mantiene quasi tutto quello che c'è stato promesso in quasi sei anni di gestazione. Annunciato all’E3 del 2005, il titolo vede la luce solo nel 2010. Il risultato dell’operato del talentuoso studio finlandese è un gioco che, valutato nel complesso, risulta essere un titolo di qualità, il cui unico difetto, se così possiamo definirlo, è un gameplay forse troppo lineare e semplice, che non porta nulla di rivoluzionario sulla scena del thriller adventure ma che, allo stesso tempo, si sposa perfettamente con lo stile narrativo scelto.

La narrazione va a segno sin dalle prime battute, coinvolgente e allo stesso tempo affascinante, portando il giocatore ad andare sempre più a fondo con l’intento di scoprire quali pieghe prenderà la storia.

La grafica è da lodare, paragonabile a eccellenti titoli contemporanei, quali Red Dead Redemption di Rockstar Games e Heavy Rain di Quantic Dream. Dispiace per la qualità inferiore delle cutscenes rispetto alla parte giocata, giustificata però dal fatto che si tratta di filmati registrati su motore di gioco e riprodotti ad una risoluzione inferiore (720p). In definitiva, Alan Wake resta comunque un must-play per tutti gli amanti delle grandi avventure in single player.

Una storia coinvolgente, come di rado se ne vedono

Alan Wake ha tutti i presupposti per essere ricordato per anni come un gran titolo: grafica, qualità della storia e la nostalgia che crea attorno al suo nome, fanno nascere il desiderio di giocare un suo sequel il prima possibile.
La storia è suddivisa in capitoli, modus operandi spesso adottato dallo sceneggiatore finlandese, per una durata totale di circa dodici ore.

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“Gli incubi esistono al di fuori della ragione e le spiegazioni divertono ben poco; sono antitetiche alla poesia del terrore”.  Stephen King

Sono le parole del celebre scrittore di Portland, Stephen King, ad introdurci nel gioco e a farci conoscere per la prima volta il nostro protagonista, Alan Wake, uno scrittore di successo che nell’ultimo periodo sta vivendo un appannamento artistico. Tormentato da un sogno ricorrente, Alan non riesce più a concentrarsi sul suo lavoro: ogni qualvolta provi a scrivere qualcosa, sente il peso di un blocco che lo induce a sentirsi arrabbiato con il mondo intero. Neanche la sua fervida immaginazione riesce ad eliminare quel blocco: è un macigno da cui non riesce a liberarsi che ritorna, puntuale come un orologio svizzero, notte dopo notte. Sogna di essere in ritardo, di dover raggiungere alla svelta un luogo, un faro, ma non ne ricorda bene il motivo. Sente premere dentro di sé questa urgenza alla quale però non riesce a trovare risposta. Sta correndo, forse un pò troppo, con la sua auto, procede in fretta per raggiungere la meta ma, vittima di un destino avverso, investe un uomo. Il primo impulso è quello di scendere immediatamente dalla vettura per controllare lo stato di salute del malcapitato, peccato che ormai sia troppo tardi: l’uomo è morto. Improvvisamente, però, i fari della sua auto si spengono attirando pertanto la sua attenzione e distraendolo dall’uomo investito. Si volta di nuovo, ricordandosi del cadavere a lui vicino e, con stupore, si accorge che non c’è più: è misteriosamente scomparso.

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Dunque prosegue a piedi verso il faro ma, durante il cammino, ecco che davanti ai suoi occhi appare di nuovo il cadavere misteriosamente scomparso. Si presenta, dice di essere uno dei personaggi del romanzo che sta scrivendo. Lo riempie di insulti, mettendo addirittura in dubbio le sue qualità di scrittore. Inaspettatamente, l’uomo si dissolve in una nube nera che rincorre Alan fino ad arrivare ad un cottage. Riprendendo di nuovo le sembianze umane cerca, quindi, di eliminarlo. Alan però scappa e tenta di raggiungere il faro. Uscito dal cottage, viene in suo soccorso una voce che lo invita a restare nella luce: solo lì può essere al sicuro. E’ una voce che entra nel suo sogno e dice, inoltre, di dovergli mostrare una cosa molto importante: vuole insegnargli ad eliminare quella presenza oscura che rende immortali i nemici. Nel sogno, infatti, questa forza oscura domina il mondo e il faro è l’unico posto sicuro sulla terra. Dopo aver eliminato vari nemici ed essere stato nuovamente rincorso dal vortice oscuro, Alan riesce a raggiungere la tanto desiderata meta. L’oscura entità si accorge della sua presenza ma, improvvisamente, lo scrittore si sveglia: comprende che è tutto frutto di un sogno. Un sogno avvenuto durante il tragitto per arrivare a Bright Falls, luogo dove la moglie ha deciso di condurlo con l’intenzione di fargli trascorrere qualche giorno in tranquillità per ritrovare la vena creativa ormai perduta. Un luogo apparentemente ideale, immerso nel verde e nella tranquillità di un lago. Ma ciò che sembra una situazione idilliaca, si rivela presto una catastrofe: il luogo è maledetto e nasconde terribili segreti, delle forze oscure che i suoi abitanti sembrano conoscere bene. Alan e sua moglie raggiungono, quindi, un’isoletta nel mezzo di Cauldron Lake, dove è posto il cottage che avevano affittato come dimora temporanea; la situazione però precipita rapidamente. La moglie Elis viene rapita dalla presenza oscura e inghiottita dalle acque del lago. Alan si tuffa per salvarla ma, con grande stupore, si risveglia nella sua auto a qualche miglio di distanza, in una situazione completamente differente. Stupore che sarà nulla in confronto a quando scoprirà che la casa affittata sul lago non esistete più: è infatti andata in rovina negli anni settanta, a seguito di un’eruzione vulcanica. Ed è proprio in quel momento che arriva una telefonata rivelatrice…

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Un gameplay basico al servizio di una grande storia

Come anticipato sopra, il gameplay è molto semplice e lineare: nessuna difficoltà o necessità di tempo per abituarsi al titolo. Il protagonista viaggia lungo il corso della storia dotato di torcia e impugnando ogni arma. La prima sarà nostra fedele compagna, in grado di rivelarsi più che utile in molte situazioni nonché essenziale per progredire nella storia; tuttavia necessita, di tanto in tanto, di essere ricaricata con pile nuove.

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Gradita la funzione dei collezionabili. Questi si presentano come pagine di un romanzo nel quale Alan si ritrova, suo malgrado, a vivere. Come pagine di un diario che si aggiornano di pari passo con il progredire della narrazione, allo stesso modo, man mano, ci facciamo largo nella sua vita. Trovare le pagine vuol dire approfondire la nostra avventura e non perdere alcuna sfumatura dell’opera di Sam Lake, quindi cerchiamo di riuscire il più possibile nell’impresa. Le suddette sono, infatti, ben celate nell’ambiente di gioco e, quindi, portare a termine la collezione risulterà abbastanza complesso. Tuttavia, come si suol dire, il gioco vale la candela.

Le ambientazioni sono molto suggestive e richiedono spesso una buona dose di coraggio per indurci ad esplorare quelle più tetre e oscure, comprensive di grandi aree esplorabili che nascondono piccoli segreti e rifornimenti per le nostre attrezzature.

Ben realizzata anche la mappa di gioco, con un’ambientazione memorabile per le atmosfere che riesce a creare (giocando di sera, con le cuffie, sarà ancora tutto più bello). Ingaggiare spesso gli scontri e non darsela a gambe potrebbe non risultare, nella maggior parte delle volte, la migliore delle alternative, in special modo se si affronta l’avventura nelle modalità più ostiche: rimanere infatti a corto di munizioni o di batterie per la torcia significa spazzare via ogni barlume di speranza nel superare un'area di gioco. Dosare bene coraggio e rifornimenti, quindi, ci aiuterà a preservare l’integrità del nostro caro Alan.

Ad aiutarci, in alto a sinistra dello schermo, sarà sempre presente una mini mappa che ci consentirà di vedere la direzione del punto da raggiungere per proseguire con il gioco, semplificando così il tutto. Questa scelta fa sì che tutto porti a puntare forte sulla storia e far passare il gameplay come un tramite per essa.

Conclusioni

( Clicca su uno dei voti per leggerne la motivazione )
9.0 Storia/Narrazione
7.5 Gameplay
8.5 Grafica
8.5 Comparto Audio

Storia/Narrazione

Questo sì che è il vero cavallo di battaglia del titolo. Tutto è studiato alla perfezione. Il giocatore risulterà avvolto dal mistero e dalla tensione sin dalle prime battute grazie all’ambientazione oscura di stampo kinghiano, non a caso citato ad inizio titolo, e dalla particolarità della storia stessa. Una storia che scorre facilmente senza particolari intoppi, riuscendo così a coinvolgere pienamente il giocatore e a farci apprezzare sempre di più il lavoro di penna del talentuoso sceneggiatore.

gamepad

Gameplay

Ripeto, non è sicuramente il cavallo di battaglia del titolo firmato Remedy. Un gameplay così lineare però risulta essere la scelta migliore per dare più spazio alla narrazione e alla successione degli eventi che il nostro personaggio si troverà ad affrontare. Infatti, in maniera ottimale, possiamo sfruttare l’inquadratura di gioco ed il sistema di mira (da precisare che si mira attraverso il fascio di luce della torcia). Insomma, è un videogame dalle caratteristiche abbastanza basilari che permettono di porre in evidenza la storia senza destare nel giocatore la voglia di cercare azioni spettacolari.

Grafica

La grafica del gioco è assolutamente di ottima fattura, buoni i dettagli dei fogliami e degli oggetti. Si poteva fare qualcosa in più sulla qualità delle cutscenes che risultano di qualità più bassa rispetto alle sequenze di gioco. Non è sicuramente un titolo molto impegnativo sotto questo punto di vista ma, nella sua semplicità, risulta di sicuro ben realizzato.

Comparto Audio

Comparto sonoro di buon livello. Le musiche, a mio avviso molto adatte al titolo, vanno ad aumentare il coinvolgimento emotivo: provate poi a giocare di notte con delle cuffie, fidatevi, sarà un’esperienza eccitante. I suoni ambientali tengono sempre con il fiato sospeso come se, di lì a poco, dovesse accadere qualcosa di catastrofico. Insomma, suspense e adrenalina a mille! Bellissime le colonne sonore utilizzate al termine dei vari capitoli, una su tutte Space Oddity di David Bowie.

Remedy ha sicuramente prodotto uno di quei titoli che lascia parlare di sé per molto tempo. Non tanto per ciò che riguarda il gameplay, ma per la qualità della campagna, delle ambientazioni e del sonoro, davvero ben fatti. Un titolo che porterà sicuramente chi lo ha giocato a consigliarlo vivamente a chiunque. Ribadisco, il punto di forza è sicuramente la storia che, sin dalle prime battute, porta il giocatore a rimanere incollato allo schermo per scoprire cosa accadrà nel corso dei capitoli. E’ un titolo abbastanza longevo, sulle dodici ore di gioco. Infine, non mi resta che dirvi di addentrarvi quanto prima nei meandri di Cauldron Lake e vivere la splendida storia di Alan Wake, ne rimarrete stupefatti.

8.4

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