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17 ottobre 2022

Xbox, Activision e Sony: la questione sta diventando ridicola e paradossale

Se volessimo riassumere il tortuoso iter dell'acquisizione di Activision-Blizzard-King da parte di Microsoft con toni leggeri, potremmo definire la questione come paradossale e bizzarra, dove le parti in causa, ovvero le società citate e la principale concorrente sul mercato (Sony), sono costrette a punzecchiarsi pubblicamente con report e dichiarazioni che, nel caso specifico di Sony, vengono inevitabilmente percepite come piagnistei e vittimismo ipocrita.

Per i meno informati, ci riferiamo all'affare colossale dell'acquisizione del publisher americano da parte di Microsoft del valore spropositato di 68,7 miliardi di dollari, che tra le varie proprietà intellettuali eccellenti che compongono il pacchetto conta anche quella di Call of Duty. Ed è proprio sulla questione Call of Duty che Sony non vuole mollare l'osso, rendendo questo processo burocratico molto più lento e macchinoso del previsto. Microsoft, prima di mettere le mani su Activision e co. deve attendere prima il lasciapassare delle autorità garanti del mercato delle varie regioni del mondo.

Nella prima settimana di ottobre 2022 l'antitrust brasiliano si è espresso a favore dell'acquisizione senza alcuna riserva, dichiarando che Sony non è in alcun modo in pericolo da questa mossa; posizione condivisa lo scorso agosto anche da parte del garante dell'Arabia Saudita. Il prossimo scoglio da superare è rappresentato però dal CMA del Regno Unito, che sta invece mettendo sul tavolo un dubbio dopo l'altro man mano che Microsoft risponde alle preoccupazioni, aprendo ufficialmente una seconda fase delle indagini. A far discutere in questi ultimi giorni sono le pretese ipocrite da parte di Sony nella voce di Jim Ryan, che sta cercando di dettare legge sui futuri diritti di Microsoft nel caso in cui l'acquisizione si concludesse con successo.

In particolare Sony indicherebbe (per non dire "impone") delle condizioni per accettare l'acquisizione, ovvero: il franchise deve restare multipiattaforma per sempre; non deve avere contenuti aggiuntivi per la versione Xbox; non deve girare meglio su hardware Xbox; non deve offrire vantaggi (ricompense) per gli abbonati a Xbox Game Pass. Come per dire "dato che sono geloso che hai comprato la macchina che volevo io, non uscirci tutti i giorni, quando usciamo assieme tu vieni in bicicletta, puoi portare solo un passeggero anche se è a 5 posti e quando vai a fare la spesa non puoi mettere le buste nel bagagliaio". La cosa che rende queste pretese ancora più ridicole è il fatto che Sony, nelle scorse edizioni di Call of Duty, ha sempre pagato il publisher per ottenere vantaggi di questo tipo, con addirittura modalità di gioco esclusive per la sua piattaforma, tagliando fuori milioni di utenti PC e Xbox.

Su un altro fronte, poi, la CMA "teme" che, al di fuori della questione Call of Duty, dopo l'acquisizione il Game Pass possa crescere talmente tanto da escludere completamente la concorrenza ad entrare nello stesso segmento di mercato. In realtà sappiamo bene che in tema di servizi in abbonamento PlayStation, tra PS Now e Plus (che tra l'altro si è rinnovato in una formula simile a quella del Game Pass e con prezzi decisamente competitivi) in riferimento al mercato USA, ha registrato la detenzione di una fetta di mercato decisamente maggiore rispetto a quella di Xbox. Inoltre, con il recente rinnovamento del servizio PlayStation Plus e la netta maggioranza della base installata su scala globale, Sony non perderebbe il vantaggio accumulato negli anni neanche nel caso in cui dovesse perdere grossi franchise come Call of Duty.

Nell'ultima evoluzione di questa odissea burocratica Microsoft ha pubblicato una risposta completa a tutto ciò che concerne la prima fase delle indagini dell'ente britannico. Nel documento in questione, che potete leggere a questo link, la posizione del gigante di Redmond è quella di essere in grado di offrire più scelta al consumatore e maggiori opportunità agli sviluppatori di ogni fascia, nell'impegno della compagnia di espandere il gaming oltre i paradigmi distributivi a cui è vincolato oggi (si riferisce chiaramente all'esclusività per piattaforma, all'accesso limitato dettato da scelte dei distributori, ecc). La risposta alla CMA che si definisce "preoccupata per la competizione" a seguito delle lamentele di Sony è che le preoccupazioni sono infondate per diverse ragioni.

Prima di tutto perchè PlayStation è stata la piattaforma principale nel mercato, incontrastata per 20 anni e con una base installata di 150 milioni di unità, ovvero più di Nintendo e più del doppio di Xbox;
Il secondo punto mira invece a indirizzare la CMA verso il comportamento ipocrita di Sony, che ha sfruttato la sua posizione di vantaggio competitivo aumentando il prezzo di PS5 senza alcuna conseguenza sul market-share (e anche dando il via al nuovo trend per il prezzo delle grandi produzioni ora a 80 euro invece che 70);
Microsoft incalza poi dicendo che le paure di Sony riguardo CoD non sono una giustificazione valida per bloccare l'acquisizione dato che l'eventuale e improbabile perdita del franchise sulla piattaforma non farebbe spostare l'utenza in massa su Xbox;
Infine Sony si è "difesa" indefessa a suon di acquisizioni dal momento stesso dell'annuncio dell'affare Activision, accaparrandosi importanti nomi nell'industria per assicurarsi ulteriori vantaggi oltre a quelli minori derivanti da accordi commerciali con terze parti. Il numero delle esclusività nel campo di azione di PlayStation supera di circa 5 volte quello di Xbox.

Il documento continua sottolineando che il CMA ha preso posizioni a favore di Sony senza considerare gli eventuali danni ai consumatori. Insomma Microsoft ha finalmente posato lo scudo e sguainato argomentazioni più aggressive nei confronti dell'accusa, che pare invece miri a guadagnare del tempo rallentando l'affare ulteriormente mentre continua ad assicurarsi accordi con terze parti; Microsoft è infatti "bloccata" in questo senso dall'annuncio dell'acquisizione dato che ogni mossa potrebbe rallentare ulteriormente la situazione con ulteriori esami e indagini.

La questione ovviamente non si è conclusa qui, e attendiamo ulteriori aggiornamenti nelle prossime settimane in cui Microsoft, come promesso a fine comunicato, esporrà esaustivamente al CMA i benefici di questa acquisizione per sviluppatori, giocatori e l'intera industria.