Videogiochi e coronavirus

24 aprile 2020

Videogiocare ai tempi del Covid-19

Questo 2020 è iniziato non proprio nel migliore dei modi. Il virus denominato COVID-19 ha invaso il mondo portando con sè molti problemi su tutti i fronti, ma soprattutto causando un numero di morti oltre ogni immaginazione. Purtroppo tutto ciò ha portato conseguenze negative anche nel nostro amato mondo videoludico: molti titoli sono stati infatti rinviati insieme alla presentazione dei vari hardware di prossima uscita (parliamo delle nuove serie 3000 di Nvidia e dei nuovi proccessori Ryzen 4000 di AMD).  In aggiunta, non sappiamo ancora che forma prenderà la nuova PS5 né, tanto meno, è stata presentata ufficialmente al pubblico la nuova Xbox series X. Anche giochi attesi da molto tempo sono stati rinviati, fra tutti The last of us part II, attesissimo titolo Naughty Dog in esclusiva PS4.

The last of us Part 2 Ellie

Subentrata la quarantena, molti, non sapendo cosa fare in casa, hanno ritrovato il tempo  di dedicarsi di nuovo all’attività videoludica. Abbiamo visto in questo periodo il boom di Call of Duty Warzone, titolo battle royale free to play che sta tenendo incollati allo schermo 50 milioni di videogiocatori, un numero impressionante. 

Call of Duty Warzone copertina logo e dust

Questo maggiore tempo a disposizione sta inducendo non solo i più giovani, ma anche gli adulti, a riscoprire le vecchie passioni. Vecchie passioni che possono portarci, come è capitato a me, a giocare, di nuovo, insieme a vecchi amici che non toccavano un videogioco ormai da tempo immemore. E, fidatevi, è stato bellissimo poter tornare ai vecchi tempi! Pertanto si è riscoperta la funzione dei videogiochi quali media per rivivere vecchi ricordi e periodi più spensierati e, soprattutto, per sentirsi più vicini in un periodo buio della nostra storia che ci sta costringendo alla lontananza fisica. Ma non solo: in questi racconti digitali possiamo riscoprire valori e, perché no, anche insegnamenti. Molti videogiochi, infatti, portano con loro una carica emotiva, un coinvolgimento tali da offrirci una spinta immersiva talmente potente da darci davvero la sensazione di star vivendo nella situazione di gioco (a tale proposito, provate a pensare a Life is strange).  

Insomma, potrebbe essere proprio questo il periodo ideale per far riscoprire e rivalutare un media che negli ultimi tempi è stato bistrattato, in lungo e in largo, da vari personaggi eminenti e non. Rivalutare il videogioco come strumeto effettivo per sentirci tutti più vicini e uniti, trascorrendo del tempo insieme in chat vocali e condividendo esperienze videoludiche in multigiocatore. Un’occasione da non perdere quindi per il nostro caro vecchio videogioco che, come è evidente, non porta dissociazione sociale, isolamento e di conseguenza distacco dalla realtà, ma rende vicini e comunicativi più di quanto si possa credere. 

Fateci sapere cosa ne pensate sui videogiochi e soprattutto a cosa state giocando in questo periodo di quarantena. Noi di Gametales siamo immersi in Call of Duty e in Valorant. Infine, mi raccomando, state a casa!

 

 

 

 

 

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